"In aiuto di giovani e anziani per le gravi conseguenze del Covid"

Faenza, l’assessore Agresti: "Abbiamo assistito a casi di ritiro sociale da parte di adolescenti. E abbiamo cercato nuclei composti da una sola persona per poi dare vita a una rete di welfare di comunità"

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La pandemia sembra ormai quasi alle spalle: eppure le sofferenze di chi è stato travolto dagli eventi degli ultimi due anni rischiano di avere conseguenze di lungo periodo: negli uffici dei Servizi sociali, dove da un anno e mezzo siede l’assessore Davide Agresti, l’emergenza si è forse attenuata, ma non è certo terminata.

Assessore Agresti, la pensa anche lei così?

"Purtroppo sì. Anziani e giovanissimi, come tutti sappiamo, sono stati i più colpiti dallo stravolgimento della quotidianità. Per gli anziani crediamo sia importante impiantare un sistema di relazioni sociali che possa aiutare chi non ha una rete familiare. Abbiamo chiamato il progetto ‘Che nessuno resti solo’: oltre al Comune coinvolge Ausl, Caritas e altre associazioni; è stato attivato inizialmente in tre parti della città, quelle dove già esisteva una rete capace di entrare in funzione: Granarolo, San Marco e San Francesco. Tramite l’anagrafe, abbiamo cercato i nuclei familiari composti da una sola persona. Il passaggio successivo è dare vita a una rete di welfare di comunità che vede ad esempio coinvolti fornai ed edicolanti. I volontari sono qualche decina, le persone seguite alcune centinaia: la situazione è però ancora in evoluzione. A primavera avremo una prima panoramica sul progetto".

L’allarme è alto anche per i giovanissimi. Vite violente e grandi solitudini: è a questo che si riduce l’adolescenza nel 2022?

"Abbiamo assistito a casi di ritiro sociale da parte di adolescenti, in alcuni casi talmente gravi da non notare nel ragazzo neppure la volontà di mantenersi in contatto col mondo anche solo attraverso telefoni e computer. Con Ausl e consultorio giovani abbiamo dato vita a un tavolo dell’adolescenza: il monitoraggio dei giovanissimi è costante. I ‘Lavori in Unione’ verranno riproposti, con un rapporto di uno a uno fra i giovani coinvolti e le realtà che li seguono".

L’impressione è che varie scuole tendano a minimizzare davanti a comportamenti all’apparenza sopra le righe, non trova?

"Non ho avuto quest’impressione. Credo che ci sia ovunque consapevolezza di quanto il momento sia delicato. Le scuole sono al centro anche del tavolo intercultura, in particolare per evitare la dispersione scolastica di quei ragazzi che crescono in contesti dove si parlano e si leggono lingue diverse rispetto all’italiano".

L’altra grande emergenza è poi quella abitativa, giusto? "Dalla scorsa estate non esiste più il blocco degli sfratti. Con l’avvicinarsi della scadenza, ormai un anno fa, ci attivammo per arginare l’ondata, in collaborazione in particolare con Asp e terzo settore, in particolare sul fronte della mappatura delle disponibilità immobiliari nel pubblico e nel privato. E’ stato stilato un protocollo con tribunale, ufficio sfratti, ordine degli avvocati, prefettura e Acer, perché si potesse dialogare meglio fra le istituzioni, intercettando più celermente le situazioni di disagio più gravi, e trovando soluzioni in breve tempo. Nonostante i numeri elevati e le molte difficoltà, il sistema ha retto".

Filippo Donati