L’acqua, letteratura e poesia per un elemento vitale

Quanta letteratura e poesia su questo elemento vitale. Già nel Cantico delle creature o di frate sole, Francesco si espresse dicendo: "Laudato si’, mi Signore, per sor’aqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta. Non solo gli esseri umani in questi mesi assolati e privi di precipitazioni invocano acqua, ma anche la terra divenuta arida e secca, e le piante gemono. Da decenni non si assisteva ad una simile siccità: perfino alcuni fiumi ormai sono percorribili a piedi. Delle cose ordinarie ma necessarie, noi ce ne accorgiamo solo quando vengono a mancare, e soprattutto dell’acqua che non è solo l’archetipo per eccellenza, simbolo della vita e dell’origine, ma elemento costitutivo. Dell’acqua parlò il filosofo e matematico Talete come principio originario del tutto, coincidente col "divino", mentre un altro filosofo, Empedocle, individuò nell’acqua, nell’aria, nella terra e nel fuoco, gli elementi fondamentali o le radici di tutte le cose.

Ma tralasciando le riflessioni filosofiche e tornando alle necessità materiali, oggi siamo costretti a razionare l’acqua, a non sprecarla, finché il tempo non certo clemente di questo periodo non allenterà la sua morsa. La natura non scherza, "non facit saltum", ed esige rispetto, salvo poi rivoltarsi contro con conseguenze inenarrabili. Pensavo che la crisi di acqua riguardasse solo certe aree della nostra Italia: anni fa ad Agrigento mi sono trovato in una situazione davvero critica per mancanza di acqua. Ma ora, anche a Ravenna, un’ordinanza ha dettato regole ben precise per evitare sprechi a tutti i livelli: nelle abitazioni private, nei luoghi pubblici, nelle piscine, nelle fontane e quant’altro. Ho sentito qualcuno che, con amara ironia se n’è uscito dicendo: "non ci bastava il Covid, le preoccupazioni per la guerra (e le guerre), ora, anche il rischio di carestia con conseguenze inevitabili per la salute". Non siamo ridotti ai livelli di chi, ahimè, in certe aree geografiche ben note vive profondamente il dramma della siccità con moria di persone, di animali e piante, perché l’uomo può resistere al cibo, ma non può fare a meno dell’acqua. E non c’è bisogno di attraversare il deserto per rendersi conto della stringente importanza di questo elemento che costituisce più della metà del nostro corpo. E allora non ci resta che fare molta attenzione a non sprecare dato elemento che in questo frangente vale più dell’oro. "Chiare, fresche, et dolci acque".

Nevio Spadoni