Ravenna, gli tolgono i figli. Caos in questura

Nigeriano tenta di aggredire l’assistente sociale, arrestato

Le gazzelle della polizia escono dalla questura di Ravenna

Le gazzelle della polizia escono dalla questura di Ravenna

Ravenna, 3 luglio 2019 - "Da qui non me ne vado e non se ne va nessuno se non mi riportate i miei figli". Era una furia, dentro gli uffici della Squadra mobile, e minacciava l’assistente sociale che aveva il compito di notificargli il decreto di allontanamento dei suoi tre bambini firmato dal tribunale dei minorenni. Per due ore e mezza abbondanti ha tenuto sotto scacco il primo piano della questura di Ravenna, con quattro investigatori in borghese impegnati in una lunga trattativa nel tentativo di placarne la rabbia. E, soprattutto, per impedirgli di aggredire l’addetta dei servizi sociali che, terrorizzata, girava per i corridoi e cercava rifugio. Tanto che una volta condotto fuori dalla porta ha tentato un ultimo assalto verso il suo bersaglio, cercando di divincolarsi dalla presa dei poliziotti che lo tenevano bloccato. Alla fine l’uomo – cittadino nigeriano 47enne, regolare e residente a Ravenna – è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri mattina il giudice Federica Lipovscek ne ha convalidato l’arresto, liberandolo e accogliendo la richiesta della Procura dell’obbligo di firma come misura cautelare: dovrà presentarsi in questura tre volte a settimana, in attesa del processo, fissato a ottobre, dove la difesa valuterà un rito alternativo, patteggiamento o abbreviato. Il 47enne ha risposto alle domande del Pm, scusandosi più volte per l’accaduto nei confronti dei poliziotti. E spiegando di avere perso le staffe in quanto non conosceva il motivo della convocazione in questura, e che quel provvedimento per lui sarebbe stata una doccia gelata, che non si aspettava.

A detta dei suoi legali, infatti, gli ultimi contatti con gli assistenti sociali facevano ben sperare per un riavvicinamento con i figli. Ma il luogo della notifica di allontanamento, la questura, non era casuale. I servizi sociali chiedono questo tipo di supporto in situazioni a rischio, e quest’uomo già in passato aveva tenuto comportamenti inadeguati e aggressivi. Il giudice, nel convalidare l’arresto, ha riconosciuto nell’operato della polizia un atteggiamento di «comprensione» e di «professionalità» nel condurre l’estenuante trattativa per convincerlo a desistere dal suo intento di aggredire l’assistente sociale, cui il 47enne si rivolgeva in modo minaccioso dicendo che né lei né altri sarebbero usciti da quelle stanze se prima non gli avessero riportato lì i figli, e che piuttosto sarebbe finito in carcere. Dalle 15.30 di lunedì fino alle 18 gli uffici della squadra mobile di fatto sono rimasti in ambasce.

Sempre a detta del giudice il tentativo ripetuto di aggressione denota la personalità violenta dell’uomo, che già era stata all’origine del provvedimento di allontanamento dei minori – da tempo affidati a una struttura protetta –, in ragione della quale gli era stato consigliato un percorso riabilitativo presso un centro per uomini maltrattanti. Anche in tribunale, pur scusandosi con i poliziotti, ha continuato a manifestare astio verso l’assistente sociale e secondo il giudice, l’indisposizione ad accettare i dettami del tribunale minorile rende concreto il rischio di reiterazione del reato e prevedibile il fatto che non esiterebbe a scagliarsi nuovamente contro le forze dell’ordine in un contesto similare.