Donne, una B1 ’low cost’ Stavolta niente doppioni

Di fatto svanita la conquista sul campo della serie, resta l’opzione acquisto dei diritti. Trattative tra Olimpia Teodora e Torrione, ma restano diversi nodi

Migration

La netta sconfitta interna di mercoledì sera contro Marsala chiude quasi completamente gli spiragli di promozione per l’Olimpia Teodora B. La squadra di Delgado sarà impegnata sabato a Rubiera (sfida già vista nel primo turno, con esiti dettati dal fattore-campo e predominio delle emiliane nel bilancio complessivo) con l’obbligo di centrare un successo da tre punti, meglio se per 3-0. A quel punto dovrà "tifare" per Rubiera che, mercoledì, scenderà a Marsala: una vittoria da tre punti delle emiliane (ma, quest’anno, il Marsala in casa non ha mai perso…) rimanderebbe il verdetto della promozione al conteggio dei set o addirittura dei punti. L’impresa ravennate appare improba e andrà peraltro inseguita senza l’apporto di Valentina Vecchi (problemi al menisco) e di Chiara Salvatori (che ha lasciato per motivi di studio) e con una squadra al lumicino delle energie, dopo una stagione che ha visto alcune ragazze impegnate sul fronte della B2, ma anche nel campionato Under18 (ottenuta la qualificazione alle finali nazionali di Verona) e in un robusto contributo alle vicende della squadra di A2. Ancora pochi giorni, quindi, per poter lavorare sulla prossima stagione con tutte le carte sul tavolo.

La Teodora Torrione ha il titolo di B1, brillantemente conquistato vincendo la regular season. Ma l’Olimpia Teodora ha "voglia di B1" (già avviati i contatti con il bolognese Biagio Marone, presente mercoledì al Costa, come responsabile tecnico), per fornire il campionato più adatto alla crescita del bel gruppo forgiato da Delgado. Quasi sfumata la conquista del titolo sul campo rimangono le opzioni di acquisire il diritto sul mercato (ma che ne sarebbe della B1 del Torrione Teodora? Una nuova "doppia esperienza" come quella del 2017 appare un autogol che la città non può permettersi) oppure di venire ad accordi con la società concittadina (e rivale).

Le trattative si sono aperte, in questo senso, fra difficoltà e diffidenze. In mancanza del volley di serie A, ammirato negli ultimi 5 anni, la città gradirebbe un progetto "low cost" fatto con le ragazze di casa, brave e futuribili, che crei quello "spessore tecnico" del movimento cittadino su cui innestare le risorse necessarie (quando saranno disponibili) per salire di ambizione, secondo la ricetta "made in RA" che ha avuto più volte successo, dal Porto Volley alla Teodora degli scudetti, dal Messaggero (pieno di fenomeni, ma con i ravennati a dominare lo spogliatoio) alla A2 di Babini che seppe tornare in A1. Ma fra il progettare e il fare c’è di mezzo una caldissima estate di trattative.

Marco Ortolani