"Mancano ancora soldi, ma ripartiamo"

Bottaro, dg dell’OraSì, ha spiegato le prossime mosse della società agli appassionati che hanno aderito alla sottoscrizione

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Centosette sottoscrizioni, circa venticinquemila euro raccolti. "Non è una cifra che modifica in modo significativo la nostra situazione, ma oggi si è costituita una famiglia allargata, legata da un patto quasi di sangue con la pallacanestro". Giorgio Bottaro, direttore generale del Basket Ravenna, ha convocato alla Darsena Pop Up coloro che si sono messi una mano in tasca e una sulla propria coscienza sportiva, aderendo all’appello dei giorni scorsi a sostegno della società. E ieri ha risposto all’invito del ’caffè insieme’ una trentina di appassionati, tutti pronti a cuocersi alla canicola di luglio per avere notizie, aggiornamenti e rassicurazioni sul futuro cestistico dell’OraSì.

Bottaro non li ha delusi, offrendo un’ora e mezza di quasi monologo a cuore, e libri contabili, aperti. Il disimpegno di Roberto Vianello – il cui sostegno sarà comunque determinante a vario titolo anche per lo svolgimento di questa stagione – ha obbligato a scelte consociative, allargando la base dei sostenitori e sfruttando il magic moment del basket in città. Incassata la conferma che Ravenna sarà al via del campionato, Bottaro ha affrontato senza veli ogni altro punto di interesse. Dal budget (mancano ancora 160mila euro per completarlo e sarà comunque la metà di quello di 3 anni fa), al campo di gioco ("il De Andrè è la nostra casa, ma se non ce la potremo permettere allora si dovrà emigrare a Faenza, Cesena o Cervia"), al mercato (lunedì saranno ufficializzati due acquisti italiani, poi si comincerà a pensare alla coppia degli americani).

Ma un’ampia parte dell’esposizione ’bottariana’ è stata dedicata ai sentimenti, ai ricordi, al compiacimento per il cammino percorso in 10 anni che ha portato il basket di Ravenna da pratica di nicchia a sport che – anche per l’arretramento del volley – rappresenta l’eccellenza cittadina per risultati, pubblico e pratica di base (ma le difficoltà dovute al Covid hanno fatto perdere 130 ragazzini), testimoniata anche da ben 5 campi playground in cemento, possibili oggetto di future valorizzazioni in chiave artistica e sociale.

Spazio inoltre a piccoli flash e gustosi aneddoti grazie ai quali sono stati ricordati tanti dei protagonisti dell’ultimo decennio cestistico: da Rivali a Seck, da Giachetti al ’transfuga’ Cinciarini ("avevo pronto per lui un futuro da dirigente, ma l’offerta che ha ricevuto da Forlì era effettivamente irrinunciabile"), da Oxilia ("stiamo studiando come poterlo tenere") a Taylor Smith ("l’anno in cui ha giocato a Ravenna lo ha valorizzato e gli ha fatto ottenere grandi ingaggi in Francia e Montenegro; ci è molto grato, ma purtroppo è fuori dai nostri budget").

Una Fondazione e un numero verde sono a disposizione per quanti vorranno attivarsi a sostegno del Basket Ravenna. Un appello arriva per scherzo, ma non troppo, ai proprietari di un appartamento "C’è qualcuno che vuole ospitare un cestista?". "Tutto quello che abbiamo costruito – hanno concluso all’unisono Bottaro e la ’famiglia allargata’ del basket – non può scomparire".

Marco Ortolani