Reggio Emilia, 11 ottobre 2024 - "Assolti perché il fatto non è previsto dalla legge come reato". È con questa formula che stamattina il collegio dei giudici presieduto da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, si è pronunciato per gli imputati del processo sui presunti affidi illeciti di bambini (il cosiddetto caso Bibbiano) accusati di abuso d'ufficio. Ciò significa che l'ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, una delle figure su cui si scatenarono cinque anni fa le polemiche politiche, esce definitivamente dal processo in corso per 17 persone: gli veniva contestato solo questo reato, relativamente all'affidamento del servizio di psicoterapia alla onlus 'Hansel e Gretel' di Torino e alla sede del centro pubblico 'La Cura' di Bibbiano. Escono del tutto anche altre due figure: l'ex sindaco di Montecchio ed l’ex presidente dell'Unione Val d'Enza Paolo Colli e l'affidataria di bambini Cinzia Prudente.
La pronuncia di assoluzione riguarda anche altri imputati, relativamente a quella singola accusa (per loro il processo proseguirà per le altre imputazioni contestate): si tratta dell'ex responsabile dei servizi sociali Val d'Enza Federica Anghinolfi, dell'ex assistente sociale Francesco Monopoli, della psicologa Nadia Bolognini, delle affidatarie Fadja Bassmaji e Daniela Bedogni.
In tutto a oggi erano in piedi quattro capi di imputazione formulati per abuso d'ufficio e di cui erano chiamati a rispondere a vario titolo sette imputati nel rito ordinario in corso a Reggio. In agosto è stato abrogato il reato di abuso d'ufficio su iniziativa del governo Meloni. Il pubblico ministero Valentina Salvi, titolare dell'inchiesta, aveva sollevato il 9 settembre una questione di legittimità costituzionale sull'abrogazione, alla luce di norme nazionali, europee e internazionali. Nei giorni scorsi il tribunale reggiano ha deciso di non sottoporre la questione alla Corte costituzionale, elaborando un'articolata ordinanza per motivare la scelta. Anche altre Procure italiane hanno sollevato la medesima istanza: a Firenze i giudici hanno deciso di mandarla alla Corte costituzionale.
Il pm si era riservata di ricorrere alla Corte di giustizia europea, ma stamattina ha detto che non intendeva sollevare altre questioni. Due difese, quelle di Colli e di Bassmaji e Bedogni, hanno chiesto stamattina l'assoluzione nel merito per i loro assistiti. Dopo una breve camera di consiglio, il collegio ha emesso l'assoluzione dall'abuso d'ufficio per i sette imputati alla luce delle recenti novità normative.
L'avvocato Giovanni Tarquini, difensore di Carletti (era stato in custodia cautelare si domiciliari, poi all'obbligo di dimora, poi rimesso in libertà) dichiara: "È stata messa la parola fine a una vicenda che ha avuto pesanti conseguenze sulle persone e su un sistema. Una storia lunga e sofferta che Carletti ha attraversato a testa alta: lui ha sempre negato ogni responsabilità e ha sempre agito per il bene dei più fragili. Questo procedimento ha pesato ingiustamente sulla sua vita personale e sul suo ruolo istituzionale".