Da giorni mi rimbombano in testa le storie di Sara Campanella e Ilaria Sula. Altre due giovanissime donne uccise per mano di giovani ragazzi, fidanzati ed ex fidanzati, che non hanno saputo accettare il cambiamento della relazione che li vedeva coinvolti. Dopo Giulia Cecchettin avevamo invaso le strade e le piazze per dire a gran voce "basta alla violenza sulle donne". Eravamo in tantissimi. Ma di nuovo, si ripete. Mi sono sentita impotente, annichilita, avvilita. Lavoriamo tutti i giorni per prevenire la violenza insieme al Centro antiviolenza che da 20 anni entra nelle scuole di ogni ordine e grado con laboratori di prevenzione; dal 2006 insieme alla rete territoriale costruiamo spazi di riflessione e condivisione su come attuare le misure di protezione e accoglienza delle donne che scelgono di uscire dalla spirale della violenza. Mi vengono le lacrime agli occhi dal dolore e dalla rabbia al pensiero che sono state spezzate due vite che avevano ancora tanto da vivere e dare a questo mondo. Potevano essere mie figlie, potevano essere le figlie di tutti noi. Ma vorrei che questa rabbia si trasformasse in una consapevolezza ancora più forte di quanto sia fondamentale che tutte le istituzioni – amministrazioni, scuole, forze dell’ordine, tribunali – ma anche cittadini, famiglie, giovani, insieme lavorino nella stessa direzione per fermare questo massacro. La violenza ha una filiera ormai nota, inizia con le parole, gesti, negazioni, divieti, e, alimentata dal silenzio e dalla vergogna, può finire con un corpo morto. Mi infastidisce pensare che sui media vengono raccontati dettagli come colpi di scena per alzare gli ascolti. Finiti i funerali ci sarà ancora tutto questo interesse? O si metteranno anche queste storie nel dimenticatoio, aspettando la prossima vittima? Vorrei solo portare all’attenzione che i femminicidi non sono un tema da rilegare nella cronaca nera. La prevenzione della violenza sulle donne è un tema politico, anzi è uno dei principali di cui la politica deve occuparsi, quotidianamente e con caparbietà, per assicurare un mondo più sicuro e giusto. La violenza affonda in profondissime radici culturali che sono difficili da estirpare. Ci vuole determinazione ed energia. La nostra parte continueremo a farla e non smetteremo di chiedervi di fare la vostra.
[/EMPTYTAG]* Assessore al welfare del Comune di Reggio