REDAZIONE REGGIO EMILIA

Finto stemma della Finanza, assolto

Imprenditore era accusato di possesso di segni distintivi contraffatti e di porto di spray urticante

Nella sua sua casa era stato trovato un portafogli che reca, al suo interno, lo stemma della guardia di finanza.

Lui, un imprenditore residente in Val d’Enza, era stato arrestato l’8 ottobre dalla polizia di Stato, impegnata in una perquisizione domiciliare prevista nell’ambito di un’altra indagine.

Ieri l’uomo è stato assolto dal giudice Michela Caputo, "per particolare tenuità del fatto", dall’accusa di possesso di segni distintivi contraffatti.

Da quanto era emerso in prima battuta, lui aveva comprato quell’accessorio diversi anni fa su un sito di acquisti online.

Per lui era stato formulato anche il reato di porto di spray urticante, per il quale ieri il giudice Caputo ha pronunciato un’assoluzione per insufficienza di prove.

L’imputato aveva chiesto il rito abbreviato, con il quale è stato giudicato ieri durante la prosecuzione della direttissima.

Il pm aveva chiesto per le due imputaziomi complessivamente un anno di condanna.

La difesa era sostenuta dagli avvocati Nicola Tria e Sarah Casarini.

Durante l’udienza di convalida, i legali avevano depositato la dichiarazione dei redditi per dimostrare che non esisteva pericolo che l’uomo potesse ripetere l’illecito a lui contestato.

In attesa del processo di ieri, il pubblico ministero ha chiesto per lui l’applicazione degli arresti domiciliari, ravvisando un possibile rischio di reiterazione, mentre il giudice lo aveva rimesso in libertà, e poi ieri lo ha assolto da entrambe le accuse, sia quella per possesso di segni distintivi contraffatti "per particolare tenuità del fatto", sia per porto di spray urticante che si è conclusa con un’assoluzione per insufficienza di prove.

al.cod.