
Aggredito in casa e ridotto in fin di vita a Villa Minozzo: è caccia all'aggressore
Reggio Emilia, 22 giugno 2024 – Sarebbero due vicini di casa i sospettati della brutale aggressione avvenuta ieri sera a Morsiano di Villa Minozzo ai danni di un 63enne ridotto in fin di vita nella sua abitazione. I carabinieri della locale stazione e della compagnia di Castelnovo Monti continuano ad indagare per accertare l’accaduto. L’inchiesta – coordinata dalla procura di Reggio Emilia – è stata aperta con l’ipotesi di reato di lesioni gravissime, ma potrebbe essere riqualificata in tentato omicidio. Tutto dipenderà dalle condizioni dell’uomo che è ricoverato ora in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore di Parma.
Stamattina i militari, col supporto del reparto della scientifica del comando provinciale di Reggio Emilia, hanno effettuato un sopralluogo per eseguire tutti i rilievi del caso. Sotto sequestro e presidiata dalle forze dell’ordine l’area attorno all’ex caseificio del paese dove vive la vittima Stefano Daveti, di origine spezzina, che aveva acquistato l’edificio circa otto anni fa per stabilirvisi e vivendo in una situazione come un ‘hippie’, costruendo recinzioni con materiale di recupero e un sentiero che sfociava nel ruscello sottostante dove andava a lavarsi.

L’uomo, con qualche problema psichico conclamato, non era benvoluto nel piccolo paese dell’Alto Appennino, di neppure 100 abitanti, a causa di diverse intemperanze nel corso degli anni. Aveva già avuto denunce per atti osceni e molestie alla quiete pubblica. Era solito infatti fare rumore per ore e ore, picchiando delle lamiere usate come percussioni. Aveva già avuto numerose discussioni con gli abitanti.
E ieri sera un altro episodio analogo, scaturito da futili motivi. Uno dei vicini di casa ha cominciato a discutere animatamente con lui. I toni si sono scaldati, quando all’improvviso la lite è degenerata. È seguita una colluttazione, col vicino di casa rimasto lievemente ferito.
Il figlio di quest’ultimo sarebbe dunque intervenuto per difenderlo e così, sarebbe andato a casa del 63enne, brandendo una spranga di ferro con la quale lo avrebbe massacrato. La vittima è stata lasciata a terra agonizzante, forse per ore. Sarebbero stati poi gli stessi aggressori, pentiti di quanto commesso, a tornare da lui e chiamare i soccorsi.