ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

"Mio padre fa video hard con la mia ex". Uomo di 49 anni rinviato a giudizio

Il genitore ha denunciato il figlio, ora accusato di diffamazione e stalking. L’udienza davanti al giudice Rat. I due sono soci della stessa azienda. L’imputato avrebbe divulgato la diceria sia in famiglia, sia sul lavoro.

Il magistrato Andrea Rat, giudice dell’udienza preliminare

Il magistrato Andrea Rat, giudice dell’udienza preliminare

Reggio Emilia, 23 novembre 2024 – Una storia al veleno sta opponendo padre e figlio, entrambi soci nella medesima azienda reggiana, vicenda approdata a un procedimento penale seguito dal pubblico ministero Piera Cristina Giannusa. A dividerli sarebbe una donna, cioè l’ex moglie del figlio, imputato, che a detta di quest’ultimo girerebbe filmini hard col padre. Sullo sfondo degli attriti vi sarebbero anche questioni aziendali da risolvere e altri sospetti. Il genitore ha intanto denunciato il figlio e in udienza preliminare si è costituito parte civile, affidandosi all’avvocato Nino Giordano Ruffini. Il 49enne, sottoposto al divieto di avvicinamento al genitore con braccialetto elettronico e difeso dall’avvocato Gianluca Vinci, deve rispondere di diversi capi d’accusa per i quali è stato rinviato a giudizio dal gup Andrea Rat.

Tra questi la diffamazione, a partire dal 2020. Il figlio avrebbe inviato a familiari, dipendenti, testate giornalistiche ed esponenti della pubblica autorità materiale offensivo, in parte pubblicato anche sui social. Di frequente, attraverso messaggi e mail rivolte a familiari e alla cerchia lavorativa, lo avrebbe poi ricoperto di parolacce e divulgato la diceria che lui avesse rapporti sessuali con la propria ex moglie.

Nell’agosto 2023 il 49enne avrebbe anche vergato frasi offensive verso il padre su muri in città, fotografando anche una scritta e pubblicandola sui social, fatto per il quale è scattata anche l’accusa di imbrattamento. Nello stesso periodo avrebbe anche scritto offese per strada contro i carabinieri, rilanciandole anche sui social. Il 29 agosto dell’anno scorso sarebbe entrato nell’ufficio del padre per chiedergli due biglietti per la partita della Reggiana calcio, ma di fronte al no l’avrebbe insultato, spintonato e fatto cadere a terra, causandogli una lieve contusione costale. È accusato anche di stalking: dal 2020, a qualsiasi ora del giorno e della notte, gli avrebbe inviato messaggi con offese pesanti, allegando anche foto pornografiche in cui lui lo accusava di essere intento a consumare sesso con la propria ex moglie.

Davanti al giudice Rat, l’imputato ha reso spontanee dichiarazioni limitatamente alle scritte sui carabinieri, sostenendo che non avessero voluto ricevere una sua querela. A seguito di ciò, la difesa ha chiesto e ottenuto dal gup, col consenso del pm, di riqualificare l’accusa da vilipendio alle forze armate in diffamazione.

L’avvocato Vinci anticipa la linea difensiva sul 49enne: "Nelle mail inviate al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, il mio assistito voleva contestare l’utilizzo di fondi aziendali per realizzare video hard. Nel processo depositeremo una lista di testimoni e documenti per dimostrare la sua buona fede nel chiedere che venisse fatta chiarezza sull’uso del denaro e dei locali aziendali".