Caos nella sanità reggiana, i sindacati e la politica che chiedono all’Ausl chiarezza sui percorsi di riorganizzazione di diversi servizi, tra cui la chirurgia urologica e ortopedica del Franchini di Montecchio, ma soprattutto dei pronto soccorso a partire da quello di Scandiano. Con una dirigente che afferma davanti alle telecamere che il Ps chiuderà una volta attivato il Cau (Centro assistenza urgenza), e l’Ausl che replica in modo ambiguo. Sullo sfondo la campagna elettorale per la Regionali del 17 e 18 novembre, in cui il tema salute è al primo posto nei programmi dei candidati.
"Non è all’ordine del giorno la chiusura del Punto di primo intervento di Scandiano, mentre è allo studio l’apertura del Cau notturno, legata alla disponibilità di personale medico e infermieristico adeguatamente formato". Recita così la nota diffusa ieri dalla direzione dell’Azienda Usl che, invece di portare chiarezza sul futuro della gestione dell’emergenza urgenza all’ospedale Magati, rende la situazione ancora più opaca.
La nota Ausl sembra smentire le parole di Marina Greci, direttrice del Dipartimento cure primarie, che durante la trasmissione ’Il medico ed il cittadino’ in onda mercoledì su Telereggio, aveva dichiarato: "Siamo in procinto di arrivare alla apertura di Scandiano, se non sarà alla fine anno sarà all’inizio l’anno nuovo, stessa modalità organizzativa di Correggio quindi la chiusura del Punto di primo intervento e l’apertura del Cau h16".
La contraddizione è forte, almeno in apparenza. L’Ausl non afferma chiaramente che il Ppi non chiuderà, ma dice che la chiusura "non è all’ordine del giorno"; se oggi non è in discussione, potrebbe esserlo domani… O il prossimo giugno, quando scadrà il contratto con la cooperativa di medici ’gettonisti’ che attualmente garantiscono il funzionamento del Pronto soccorso scandianese.
L’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini ieri mattina sulla propria pagina Facebook usava le stesse parole dell’Ausl: "La chiusura del Pronto soccorso dell’ospedale di Scandiano? Non mi risulta che sia all’ordine del giorno… L’Ausl sta facendo ogni sforzo per reperire personale anche non dipendente e riuscire a garantire il servizio".
Molto duro un altro assessore regionale, lo scandianese Alessio Mammi, che sempre da Fb interviene ricalcando l’intervento del sindaco Matteo Nasciuti: chiede chiarezza e una smentita della chiusura del Ps.
"I sindaci nel 2023 indicano un percorso chiaro nella Conferenza socio sanitaria (condiviso da Regione) e una dirigente Ausl lo smentisce in una trasmissione televisiva. Molto grave", scrive Mammi, aggiungendo: "Serve una smentita formale immediata e soprattutto un’assunzione di responsabilità piena da parte della dirigenza Ausl".
E poi sottolinea: "In questa fase difficile per la sanità pubblica nazionale, colpita dai tagli dello Stato e dalla mancanza di personale, bisogna stare vicino alle comunità, ai loro sindaci, accompagnare in modo corretto e con informazioni precise i cittadini. L’approssimazione non è accettabile soprattutto da chi ricopre importanti ruoli dirigenziali".
In questo contesto, di certo c’è che entro la prima metà del 2025 saranno attivati i Cau a Scandiano e Montecchio, ricalcando il modello già operativo a Correggio e Reggio. I Centri, previsti dalla riforma regionale della Sanità, hanno come scopo deviare dai pronto soccorso i codici bianchi, cioè quelli non urgenti e di entità minore.
Per Scandiano e Montecchio il percorso ufficialmente comunicato nei mesi scorsi è che garantiranno l’assistenza nelle ore notturne (i casi gravi saranno trasportati invece al Santa Maria Nuova di Reggio), mentre di giorno rimarranno operativi i pronto soccorso rinominati ’Ppi’.