STEFANO CHIOSSI
Cronaca

“Suonerò davanti ai 75mila di Vasco”

"Abbiamo vinto Sanremo Rock Festival, superando un migliaio di concorrenti. X Factor? Abbiamo preferito una via più canonica"

"Abbiamo vinto Sanremo Rock Festival, superando un migliaio di concorrenti. X Factor? Abbiamo preferito una via più canonica"

"Abbiamo vinto Sanremo Rock Festival, superando un migliaio di concorrenti. X Factor? Abbiamo preferito una via più canonica"

Reggio Emilia, 4 giugno 2024 – Dai 3mila (abitanti) di Praticello di Gattatico agli oltre 75mila (spettatori) presenti a San Siro.

I numeri non sempre dicono tutto, ma per Michele Cavalca hanno un significato preciso: nella vita di tutti i giorni, dove il 28enne sviluppa software in una azienda modenese forte dell’imminente laurea in ingegneria informatica; nella passione per la musica, visto che il giovane di Praticello suonerà il basso elettrico a San Siro il 15 giugno ad aprire il concerto di ’nientepopodiméno’ che Vasco Rossi, assieme alla band bolognese Magenta#9 di cui fa parte dal 2018.

Cavalca, la prima domanda è banale: come ci è arrivato?

"Abbiamo partecipato a un festival a Zocca organizzato in collaborazione con Vasco: di 500 band iscritte, ne sono state selezionate 140 e solo 15 hanno trionfato. Noi siamo arrivati quinti nella premiazione dello scorso venerdì, per cui apriremo il quinto concerto del ‘Kom’ durante la tournée estiva: il 15 giugno a San Siro".

Tutto facile.

"Sì, abbiamo solo i 6 anni precedenti da raccontare…".

Partiamo dal 2018 allora.

"Studiavo basso elettrico a Bologna. Il mio insegnante era in questa band, i Magenta#9, ma non riusciva più a seguirli per troppi impegni: così ha fatto il mio nome".

Chi sono i Magenta#9?

"Lo zoccolo duro è formato da cantante e chitarrista, Alessio Amorati e Amedeo Mongiorgi: si sono uniti proprio in via Magenta, alla Bolognina. Poi sono arrivato io, Raffa Marchesini alla batteria e Fausto De Bellis alla chitarra. Il nostro background è il metal ma vogliamo puntare su un rock accessibile a tutti, quasi pop".

Leggo dalla biografia: il primo singolo è uscito ad aprile 2020.

"Non male esordire in pieno lockdown eh? Ovviamente non preventivato: la canzone era già pronta dal 2017. Ma dopo due anni a suonare nei locali ci siamo affidati a un produttore per farla uscire, ed è ovviamente arrivato il Covid".

Eppure la svolta c’è stata lo stesso.

"Merito del Sanremo Rock Festival, un evento parallelo alla più conosciuta kermesse della canzone italiana: c’era un migliaio di iscritti. Noi abbiamo trionfato nella categoria rock esibendoci all’Ariston, seppur deserto causa restrizioni. Discreta emozione…".

Parentesi: avete mai pensato di emergere con i talent?

"Sì abbiamo valutato X Factor. Però…Non ci convinceva. Come entrare e come arrivare non è un percorso lineare: conta l’età, la storia personale, e molti lo hanno sconsigliato. Abbiamo preferito una via più canonica".

Con i social (e gli streaming a sostituire gli album) è più facile emergere ora?

"Non credo, perché la competizione è ancora più serrata. O ti appoggi ai talent che ti ‘buttano’ nel mondo dello spettacolo, oppure devi investire sulla tua band, trasformandola in un’azienda: nessuno punta su di te inizialmente. E sui social i follower non contano più, ormai tutti li hanno. Bisogna capire cosa funziona".

Tornando al Sanremo Rock Festival, ha funzionato eccome.

"Con il singolo ‘Non Si Può’ abbiamo iniziato ad aprire i concerti di artisti come Tiromancino, Nomadi, Grignani, Dolcenera e tanti altri. Ricordo quello di Grignani a Bologna: leggera ‘ansietta’".

Per il personaggio?

"No dalla nostra esperienza abbiamo sempre trovato persone molto disponibili: nessuno che se la tira o ti fa sentire a disagio, e Gianluca non fa eccezione. Lì però giocavamo ‘in casa’ e c’era tutta la nostra fan base: abbiamo spaccato dando il massimo".

A proposito dei concerti, perché suona il basso elettrico?

"Difficile spiegarlo. O meglio: a 11-12 anni sono entrato in una band in cui mancava un bassista, quindi per caso. Quello che accade dopo è qualcosa di vicino alla fase dell’innamoramento: non sai motivarla con una logica, ma la ricerchi sempre".

Tornando a San Siro, siete pronti?

"Oddio l’emozione è tantissima: ci aspettano due settimane di inferno per prepararci al meglio. Non saremo mai davvero preparati visto la portata della cosa, però non vedo l’ora di sentire quell’ansia prima di salire sul palco".

Esprima un desiderio.

"Fare il musicista, ovvero vivere di musica. E chissà, suonare alla Rcf Arena da protagonista: intanto mi piacerebbe andarci da spettatore per i Rammstein, poi chissà…".

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