Silk Faw Reggio a Emilia, anche il sindaco frena

Luca Vecchi e il maxi progetto della supercar: "Daremo l’ok definitivo solo dopo il rogito"

Il sindaco Luca Vecchi, ha parlato della situazione Silk Faw in Consiglio comunale

Il sindaco Luca Vecchi, ha parlato della situazione Silk Faw in Consiglio comunale

Reggio Emilia, 24 marzo 2022 - "Non chiuderemo la conferenza dei servizi per dare l’ok definitivo al progetto, finché Silk Faw non andrà a rogito". Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi pianta i paletti in Consiglio comunale e avverte la joint venture sino-americana che avrebbe l’intenzione di approdare nella ‘Motor Valley’ per produrre auto di lusso sportive totalmente elettriche e sfruttare il marchio di garanzia del ‘Made in Italy’. Ma dopo un anno dall’annuncio, non ha ancora siglato l’atto di acquisto per il terreno dove dovrebbe sorgere il maxi stabilimento. "L’uomo che dà troppe parole, spesso non ha alcuna certezza", recita un proverbio cinese che veste bene le paure delle istituzioni locali.

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In primis, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che è stato il primo una settimana fa ad avvertire: "Speriamo che l’investimento vada a buon fine, ma finché non lo vediamo realizzato non gli diamo un euro…", in riferimento a 4,5 milioni di soldi pubblici assegnati tramite bando. Il governatore non parla mai a caso, perciò dubbi e misteri continuano a oscurare l’operazione. Nessuna replica ufficiale da parte dell’azienda, solo un pensiero filtrato per ammorbidire il Bonaccini-pensiero, enfatizzato secondo i vertici di Silk Faw nel ribadire aspetti definiti ‘normali’. In parte vero, in quanto – come è stato spiegato anche in assemblea legislativa due giorni fa dal sottosegretario Baruffi in risposta a un’interrogazione di Europa Verde – "i fondi non verranno anticipati, ma elargiti solo se saranno rispettati gli impegni negli step prefissati, sui quali vigileremo". Così come l’assessore regionale Vincenzo Colla ha usato toni più pacati nei giorni scorsi, rigirando la moneta: "Siamo ottimisti su un investimento che avrebbe ricadute importanti per il territorio".

Infine lo stesso sindaco Vecchi, il quale ha giocato in modo più diplomatico con una premessa al miele – allo scopo di non strappare il rapporto di fiducia costruito con gli imprenditori e non perdere i vantaggi di un investimento simile senza precedenti in città – dicendo a chiare lettere che "non c’è alcuna preoccupazione in merito ai ritardi motivabili facilmente da un contesto internazionale legato ai costi energetici non semplici", riferendo anche di aver ottenuto rassicurazioni dal console generale cinese incontrato giorni fa (ricordiamo che il colosso Faw è controllato dal Governo di Pechino).

E allora lo stop alla conferenza dei servizi? Per Vecchi è solo "un’assunzione di responsabilità e cautela". Di fronte a questa frenata della politica che ci ha messo più che la faccia davanti all’operazione, ora tocca a Silk Faw. Dopo undici mesi di promesse (dal miliardo di euro di investimento ai 3mila nuovi posti di lavoro), di sfavillanti rendering progettuali (ma senza mostrare il piano industriale) e top manager assunti (ma anche con qualche addio dopo pochi mesi), è arrivato il momento di battere un colpo concreto. Di certezze e non solo di parole, anche per smentire il proverbio cinese.