Arrighini avverte i tifosi granata "Non mi avete ancora visto al top"

Andrea sulla scorsa stagione: "Sono stati sei mesi positivi, ma mi aspettavo qualcosa in più a livello personale"

Migration

di Francesco Pioppi

Complice l’infortunio al naso in quella maledetta trasferta a Viterbo, Andrea Arrighini nell’ultima parte di stagione è finito un po’ nel dimenticatoio, ma la Reggiana - con il suo ingaggio fino al giugno del 2024 che è stato perfezionato a gennaio - si è comunque messa in casa un attaccante che in Serie C ha sempre fatto la differenza con le sue giocate.

Ben 167 presenze in questa categoria che hanno fruttato 47 gol e 23 assist.

Pisano classe ’90, sembra motivatissimo a fare bene e la sua duttilità metterà Diana nelle condizioni di poterlo schierare sia come ‘prima’ che come ‘seconda’ punta.

Arrighini, è il primo ritiro che fa con la Reggiana: quali sono le sue prime impressioni?

"Le sensazioni sono super positive, purtroppo abbiamo concluso la stagione con una grossa delusione, ma adesso l’abbiamo smaltita, messa alle spalle e il gruppo è molto forte. L’obiettivo resta quello di ritrovare l’entusiasmo che avevamo prima dei playoff e sappiamo che adesso dobbiamo costruirci un percorso vincente".

Come valuta i suoi primi sei mesi in granata? Quel rigore non concesso a Viterbo nonostante la avessero frantumato il naso è stata forse la ‘sliding door’ della stagione…

"Diciamo che sono stati sei mesi positivi, ma mi aspettavo qualcosa in più a livello personale. Certo, sono consapevole che non è mai facile entrare in un gruppo nuovo e molto forte come quello che ho trovato… Mi è poi servito un po’ di tempo per capire i meccanismi, perché venivo da un calcio diverso e proprio quando stavo trovando la miglior condizione, quella trasferta ha segnato un po’ la mia stagione e quella della squadra perché se l’arbitro avesse concesso quel rigore, tutto avrebbe preso una piega diversa, ma ormai purtroppo è andata così…". Ha detto ‘venivo da un calcio diverso’, com’è il calcio di Diana invece?

"Il mister lascia molto spazio alla nostra inventiva, ci fa giocare molto sulle nostre qualità, ci dà dei concetti, ma poi lascia libertà di scelta e questo aiuta ad esprimerci al meglio. Io per esempio amo non dare punti di riferimento e attaccare lo spazio, lui l’ha capito e mi chiede delle cose che mi mettono completamente a mio agio".

C’è un giocatore a cui si ispira o che le piace particolarmente?

"Ho sempre guardato tanti calciatori, ma se devo fare un nome dico Suarez, perché lo seguo da quando sono ragazzo… Osservandolo cerco di prendere spunto nelle cose che possono essermi utili".

Quale può essere la forza di questa Reggiana?

"Senza dubbio la base solida da cui possiamo ripartire, se cambi 1314 giocatori tutti gli anni è chiaro che le cose si complichino… Noi siamo molto motivati e determinati".