Camilla Maccari, classe ’96, insegnante. "Sport che mi ha dato muscoli e... fidanzato!»

Camilla Maccari, giocatrice di flag football per gli Hogs, racconta la sua esperienza nel mondo dello sport e il rapporto con il fidanzato allenatore. Ambizione e passione per migliorarsi e diffondere la conoscenza di questo sport.

"Sport che mi ha dato muscoli e... fidanzato!"

"Sport che mi ha dato muscoli e... fidanzato!"

Camilla Maccari, classe ’96, giocatrice di flag football per gli Hogs. Ci racconti un po’ di lei.

"Dopo le superiori al Bus Linguistico mi sono laureata in economia e marketing internazionale a Unimore e lavoro in una scuola privata di lingue a Reggio, la mia città. Ho conosciuto il flag football da ex scout, visto che c’era un gioco chiamato proprio palla-scout simile con meta e ‘scalpo’ rappresentato da un foulard. E poi cercavo qualcosa che non fosse il solito calcetto o pallavolo".

Il suo rapporto con lo sport?

"Mai fatto nulla fino ai 25 anni".

Non male per chi ora è nel giro della Nazionale.

"E questo fa ben capire quanto il flag football sia un mondo molto accessibile: ci sono 20 giocatrici in tutta Italia al vertice; poi la media, dove ci sono io, e infine quelle alle prime armi. Dall’ultimo step al mio la differenza è minima; invece per arrivare alle 20 top ci sono almeno due spanne".

Ci spiega in due parole le regole?

"Della meta e dell’assenza di contatto avete già detto. Aggiungo altre differenze rispetto al football americano: si gioca 5 contro 5 e non 11 vs 11, il campo è più piccolo con 50 yards, circa 45 metri, più le due aree di meta (endzone, ndr) da 10 ciascuna. Ci sono quattro tentativi per superare 25 yards, e altri quattro per fare touchdown. E non esiste la parte del calcio o tantomeno la palla persa da contatto, il cosiddetto ‘fumble’. Io gioco in difesa, poi c’è il team dell’attacco. Ma per quanto mi riguarda è simile al football americano come il basket alla pallavolo…c’entrano ben poco".

Cosa le ha dato lo sport finora?

"Dei muscoli prima inesistenti! Allenamenti, cambi di direzione, finte; ho notato un cambiamento notevole. E poi il gruppo: prima facevo palestra ogni tanto, qui invece conosci tantissime ragazze, sia del mio team che delle altre 16 squadre in campionato. Infine, il fidanzato".

Il fidanzato?

"Il coach dell’attacco, Ajmo Barbieri, è il mio compagno. Si è trasferito da Palermo a Reggio per lavoro e ha fondato la squadra. All’inizio eravamo amici; poi il rapporto si è evoluto".

È stato lui a indicarla per l’evaluation camp? "Le battute e le prese in giro si sono sprecate in squadra! Ma la verità è che va avanti chi si impegna".

Com’è il rapporto giocatrice-allenatore nella vita privata?

"Si parla poco di flag football a casa. Anche perché vai al lavoro, aggiungi tre allenamenti a settimana dalle 20,15 alle 22,15, doccia, torni a casa e mangi: a quel punto c’è giusto il tempo per andare a dormire, quindi ci confrontiamo solo in campo".

Il sogno di Camilla qual è?

"Migliorarmi. Arrivare al giro della Nazionale in pianta stabile è un obiettivo forse irraggiungibile, ma giocando da soli due anni penso di avere grandi margini. Il flag football è uno sport di schemi, ordinato e dove serve conoscere bene il sistema. E poi avvicinare le persone a questo sport".

Un rimpianto?

"Mi mangio le mani per non aver scoperto prima il flag football. Hanno iniziato a fare reclutamento alle scuole superiori appena dopo essermi diplomata, altrimenti mi sarei fiondata subito".

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