"Diana mi piace da sempre, ho la sua maglia"

Fabio Caressa a tutto gas sul mondo Reggiana: "Ero all’inaugurazione del Giglio, un bel ricordo. Granata lanciati, ma la Serie C è tosta"

"Diana mi piace da sempre, ho la sua maglia"

"Diana mi piace da sempre, ho la sua maglia"

di Giuseppe Marotta

Con le sue intro che contornano le partite d’epica, e con la combo "nome più cognome" degli autori dei gol urlati, ha fatto scuola nel mondo della telecronaca italiana.

Sua la voce che ha accompagnato gli italiani nelle cavalcate vincenti dei Mondiali del 2006 e di Euro 2020: parliamo di Fabio Caressa, noto giornalista sportivo di Sky. Nel suo percorso ha incontrato anche Reggio Emilia e i suoi volti noti dello sport.

Fabio Caressa, pensando al calcio nella nostra città, cosa le viene in mente?

"Sicuramente l’inaugurazione dello stadio ’Giglio’ (15 aprile del 1995, ndr) con Reggiana-Juventus 1-2. Ero presente alla gara, ricordo bene il patron granata di quel tempo, Franco Dal Cin".

C’è un calciatore degli anni d’oro granata che le è rimasto impresso?

"Ci pensavo proprio in queste ore, visto che è uscita la notizia della sua assoluzione dopo 17 anni (dall’accusa di traffico di droga, ndr): sto parlando di Michele Padovano, grande attaccante".

Per gli allenatori, scontato citare Carlo Ancelotti: la Reggiana fu il trampolino di lancio.

"Ed è stata fondamentale, iniziare da casa fu uno dei colpi d’intelligenza di Carlo. Fu il suo primo club, dopo gli anni da vice di Arrigo Sacchi in Nazionale. E poi la Reggiana era una bella squadra, che lui portò in A".

Era un predestinato.

"Chiaro, si vedeva. Ricordo che nelle esperienze di Reggio e Parma spesso indossava un cappellino che non gli donava: meno male che poi se lo tolse…(ride, ndr)".

Come preparatore dei portieri Ancelotti aveva Villiam Vecchi, scomparso lo scorso agosto.

"Fu la fortuna di tantissimi portieri. Curava molto la preparazione tecnica, le basi. Gli atleti con lui cambiavano radicalmente, li reimpostava".

Il presente granata è Aimo Diana.

"Ho la sua maglia dei tempi del Palermo!".

Fa la collezione?

"In realtà no, ne ho alcune, quelle di giocatori particolari. Tutti amano i calciatori tecnici, ma io ho anche una passionaccia per quelli che in campo danno tutto. Quelli come Diana, o come Baschirotto del Lecce".

Diana, da mister, usa il 3-5-2. "Ci avrei giurato. Immaginavo fosse di quella scuola lì, è uno schema che funziona soprattutto nel calcio d’oggi. Sta facendo bene".

Reggiana che è prima a +7 sul Cesena.

"La Serie C è tosta. In quel girone c’è l’Alessandria che di recente ha perso a Reggio (3-2): sono tifoso dei grigi (città della moglie Benedetta Parodi, ndr)". In rosa c’è Luca Cigarini: lo ricorda in qualche telecronaca? "Certo, commentai i suoi esordi col Parma. Mi torna in mente una sua grande prova con la Juve. Parliamo di un mediano tecnico, che da giovane era considerato un prospetto assoluto, futuro campione. Forse gli è mancata continuità in carriera". Passo indietro: prima di Diana c’era Max Alvini: cosa ne pensa del suo esonero a metà gennaio con la Cremonese in A?

"Ha pagato un atteggiamento che all’inizio poteva essere divertente: parlo di quel suo fare da bambino sorpreso quando andava nei grandi stadi, però alla lunga diventa stucchevole. Era esagerato nelle movenze, nelle urla in panchina: una volta va bene, due pure, ma cento no. Preferisco quelli più pacati. Va detto che fa giocare bene le squadre, ma parliamoci chiaro: per salvarsi in A serve esperienza, serve fare punti, poche chiacchiere".

Qual è il suo pensiero sul fatto che il Sassuolo giochi in casa a Reggio?

"Tema particolare. I neroverdi, e parlo sotto l’aspetto aziendale visto che le squadre sono aziende, hanno ottenuto ottimi risultati in questi anni. Poi va detto che un imprenditore i suoi soldi li investe dove meglio crede". Per chiudere ci dice tre parole che rispecchiano il suo nuovo libro?

"Passione, divertimento, e commozione".