Il 1° Maggio? Da 29 anni è il giorno dei giorni

L’indimenticabile gol al Milan di Max Esposito a San Siro, che valse la salvezza, è leggenda. Ma va ricordata anche la prodezza di Taffarel

Il 1° Maggio? Da 29 anni è il giorno dei giorni

Il 1° Maggio? Da 29 anni è il giorno dei giorni

di Francesco Pioppi

La Reggiana spegnerà 104 candeline il prossimo 25 settembre, ma dal 1994 in poi anche il primo maggio è diventato un anniversario che celebra i colori granata, perché si torna con la memoria a una delle più grandi imprese sportive nella storia del club. Se non ‘la’ più grande. Ed è bello, in particolar modo, farlo quest’anno a pochi giorni dalla festa per il ritorno della Reggiana in Serie B.

Parliamo ovviamente del blitz con cui la squadra del mitico Pippo Marchioro riuscì ad espugnare San Siro superando il Milan campione d’Italia, regalandosi così una salvezza in Serie A (a spese del Piacenza) che ha tutt’ora del miracoloso. Il minuto magico per eccellenza è il 71, quando Massimiliano Esposito trafigge Ielpo con un tracciante imparabile e va ad esultare sotto il settore ospiti colorato da circa 10mila cuori granata. Niente da dire, quella è l’icona di Davide che sconfigge Golia, ma col tempo – nei racconti che si tramandano di padre in figlio e di generazione in generazione - abbiamo notato che è stato un po’ sottovalutato un altro episodio che, se avrete voglia di rivederlo su YouTube, vi renderete conto che ha quasi tutti i crismi del ‘paranormale’. Mancano infatti una manciata di minuti quando Massaro riceve palla dalla destra e calcia a botta sicura a pochi metri dalla porta della ‘Regia’. In novecentonovantanove casi su mille, con quella dinamica, sarebbe gol. Quel pomeriggio però Claudio Andre Taffarel la pensa diversamente e con un riflesso ancora oggi ‘senza senso logico’ devia la palla in angolo.

Negli anni successivi di partite di calcio e di miracoli ne abbiamo visti a bizzeffe, ma quello a nostro avviso resta uno degli interventi più prodigiosi nella storia recente della nostra Serie A. ‘È stata la mano di Dio’ dirà poi il portiere brasiliano a fine partita, con la voce rotta dall’emozione e le lacrime che gli rigano il volto.

Il suo orgoglio è ovviamente mescolato allo sgomento e al dolore, perché poche ore prima - in quella maledetta curva del Tamburello a Imola - il connazionale Ayrton Senna ha perso la vita in un incidente che è destinato a cambiare per sempre la storia dello sport. E un po’ anche le nostre vite perché è impossibile, tornando a quella domenica di sole splendente di 29 anni fa, non pensare a quella gioia matta per la salvezza della Reggiana intrisa all’amarezza per quella vita spezzata.

Senna può essere considerato un po’ come l’ultimo degli eroi di un Formula Uno che non c’è più. Uno di quegli ‘artisti del volante’ che potevano sovvertire l’ordine dei pronostici e incidere col proprio sconfinato talento sull’andamento della gara. Qualche mese dopo Taffarel diventerà campione del mondo a spese della nostra Italia e tutto il Brasile dedicherà la vittoria al campione scomparso. Il primo maggio del 1994 è storia dello sport, mitologia. E la ‘Regia’ ne sarà sempre parte integrante.