Il coraggio dell’Unahotels non basta

I biancorossi lottano alla pari con Milano per 20 minuti (40-44) poi Ia difesa dell’Aix concede solo 31 punti ai reggiani nella ripresa

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Unahotels

71

AIX Milano

87

UNAHOTELS: Taylor 12 (14, 24), Kyzlink 14 (24, 16), Diouf (01 da 3), Johnson 4 (25), Elegar 11 (45); Candi 11 (36), Bostic 17 (24, 36), Baldi Rossi 2 (02, 01), Cham, Bonacini. N.E. Giannini e Besozzi. All. Martino

AIX MILANO: Rodriguez 3 (04, 14), Punter 8 (34, 01), Shields 14 (510, 13), Brooks 4 (23, 01), Hines 12 (58); Datome 14 (12, 35), Moraschini 2 (14), Roll 8 (13, 25), Leday 17 (36), Cinciarini 3 (11 da 3), Biligha 2 (11), Moretti. All. Messina

Arbitri: Paternicò, Giovannetti e Morelli

NOTE - Parziali tempi: 17-19, 40-44, 53-64. Tiri liberi: Unahotels 2224, Aix Milano 1924. Tecnico a Johnson al 29’36 (53-61). Antisportivi a Moraschini al 33’32 (53-70) e Bostic al 36’33 (62-75). Rimbalzi: 42 a 30 per Milano. Spettatori 1.050

La sapete la storiella del topolino coraggioso e del pitone che se lo mangiò? E’ un po’ la versione moderna del gatto e del topo. Ed è quello che è successo ieri nel debutto in Serie A dell’Unahotels. Perché la compagine reggiana ha provato a fare il topolino coraggioso davanti alla regina dei canestri italiana, l’Aix Milano. E per 20 minuti ha ballato davanti al pigro pitone milanese, sfidandolo e cercando di fargli paura. Poi quando il pitone ha sentito un languorino e ha deciso che gli stava venendo fame, ha cominciato ad avvolgere le sue spire attorno al topolino e, a poco a poco, lo ha stritolato. D’altronde si sapeva già che le forze in campo erano impari. E che Milano ha un motore con molti cavalli in più rispetto al propulsore reggiano (basti pensare che Messina ieri ha lasciato in tribuna Delaney, Tarczewski e l’infortunato Micov: tre giocatori che potrebbero essere titolari in molte squadre di Eurolega...). Ed è chiaro che quando le energie e la lucidità, in casa biancorossa, sono calate, Milano si è impossessata della partita grazie alla sua difesa (le 16 palle perse dall’Unahotels, 10 delle quali nella ripresa, sono pesantissime) e al suo predominio a rimbalzo con 15 recuperi offensivi che hanno fatto molto male. Non a caso la squadra di Martino è riuscita a reggere il confronto nei primi 20 minuti, in cui avrebbe meritato qualcosa in più. Poi, nella ripresa, si è fatta imprigionare nella difesa ospite senza più riuscire a trovare un filo logico e realizzando 13 punti nel terzo quarto e 31 nei secondi 20 minuti del match. Cifre che spiegano da sole la sconfitta e con le quali è impossibile pensare di superare Milano.

Le note positive, in ogni caso, sono diverse: il coraggio con cui la squadra ha giocato e la capacità di esprimere un basket corale (cinque reggiani sono comunque finiti in doppia cifra). Ma un paio di riflessioni vanno fatte pure sul momento difficile del match. Perché quando Milano ha spinto davvero sull’acceleratore, l’Unahotels si è scomposta e in troppe azioni abbiamo visto affiorare, in alcuni giocatori, la voglia ad ergersi protagonisti e a diventare i salvatori della patria. Quello che, invece, proprio non si doveva fare. Per questo da Taylor ci aspettavamo qualcosina in più dal punto di vista della personalità e della capacità di gestire la squadra. Poi, lo sappiamo benissimo, giocare contro Milano non è per niente semplice.

Il vero campionato, insomma, inizierà sabato a Trento ma della partita di ieri ricorderemo l’inizio in cui, per lunghi tratti l’Unahotels ha dimostrato voglia di combattere, alternando efficacemente la difesa individuale alla zona 2-3 (nel primo tempo Rodriguez e soci hanno chiuso con 921 al tiro da 2 punti) e riuscendo a mantenere in equilibrio il confronto per tutto il primo tempo ritrovandos sul più 4 (25-21). Poi era Gigi Datome a spegnere le illusioni biancorosse con 10 punti negli ultimi 90 secondi del primo tempo. Milano si infilava negli spogliatoi sul più 4 (40-44) e il fossato, da quel momento, non si richiudeva più. La ripresa era quasi a senso unico (43-31 il parziale) e il coraggioso topolino reggiano veniva divorato dal pitone milanese. Che di topolini, sia chiaro, quest’anno ne mangerà tanti...