"Calvario post operazione", 3 medici nei guai

Una 72enne di Riccione ha querelato i membri di un’équipe faentina: "Nessuno si è accorto che avevo una vertebra rotta"

La 72enne ha presentato denuncia verso tre medici (foto di repertorio)

La 72enne ha presentato denuncia verso tre medici (foto di repertorio)

Riccione, 16 ottobre 2022 - Un calvario infinito, partito con un dolore alla schiena e non ancora terminato dopo tre interventi chirurgici. Un vero e proprio incubo quello in cui si trova ancora invischiata una donna di 72 anni residente a Riccione, Maria Maddalena Lenhard, che il 21 settembre scorso in preda allo sconforto per la presunta disavventura sanitaria in cui è incappata ha presentato denuncia per lesioni colpose alla stazione dei carabinieri di Faenza nei confronti di tre medici e un infermiere, facenti parte dell’équipe neurochirurgica di Faenza, che dal 13 maggio in poi si è occupata delle tre operazioni a cui è stata sottoposta la paziente riccionese. "Ho vissuto per due mesi con una vertebra fratturata e dolori lancinanti senza che nessuno si accorgesse del problema, anzi, sentendomi dire che il dolore era la normalità dopo un intervento chirurgico", sostiene la 72enne.

Tutto comincia infatti quando a causa di un "grave problema alla schiena, il quale mi procurava dolori fortissimi e insostenibili", come riporta la donna, Maria Maddalena ha intrapreso nel 2021 un percorso che ha portato a una prima operazione chirurgica il 13 maggio 2022, all’ospedale di Cattolica. A seguito di quello che stando alla 72enne "sembrava essere un intervento perfettamente riuscito, salvo poi rivelarsi il contrario", la donna ha iniziato ad accusare nuovi dolori, tanto da ricontattare il medico che aveva eseguito l’intervento per un’ulteriore visita. A questo punto "il 30 maggio ci siamo recati a Faenza (da dove proviene l’équipe operante, ndr), ma nonostante le mie evidenti difficoltà motorie il dottore non ha riscontrato nulla di anomalo", sostiene. Da qui è iniziato un ciclo di visite ed esami strumentali, anche con "un’altra dottoressa dello stesso staff". Al culmine dell’iter, una Tac ha però evidenziato la tremenda scoperta. All’esame del referto eseguito da "un altro medico radiologo di nostra conoscenza" è emersa "una vertebra rotta, causa delle mie fitte lancinanti. Una frattura che – stando alle informazioni raccolte dalla donna – si sarebbe già dovuta evidenziare in precedenti raggi eseguiti a Faenza e riconducibile alla prima operazione fatta a Cattolica".

È stato con questo responso alla mano, che la 72enne riccionese è stata nuovamente ricoverata e operata il 28 luglio. Ma "anche questo intervento non è andato perfettamente, visto che il giorno successivo non sentivo più il mio piede sinistro", accusa. Il problema, questa volta, ha riguardato un nervo "lo sciatico, compromesso durante la seconda operazione dall’inserimento di una vite", completa il marito della donna. Perciò il 4 agosto, la 72enne è stata sottoposta a un terzo intervento riparatore: "Ma ancora adesso mia moglie non riesce a camminare, a distanza di due mesi dall’ultimo ricovero e con tanta fisioterapia alle spalle".

Nel mezzo, nel giorno della terza operazione, la donna prima di essere portata in sala operatoria a Faenza avrebbe anche avuto un alterco con un infermiere (poi finito nelle denunce presentate ai carabinieri e alla Procura di Ravenna) dopo un presunto ritardo nel trasporto in sala operatoria a seguito della scadenza del ’type&screen’ necessario per eventuali trasfusioni di sangue. È al termine di questa odissea sanitaria che la 72enne ha deciso di ricorrere alle vie legali, dopo che "infromata l’Ausl Romagna con una lettera, di tutta risposta abbiamo avuto dall’avvocato dell’Azienda solo la conferma della presa in carico della richiesta di sinistro – conclude il marito della 72enne –. Ma noi non vogliamo solo il risarcimento per quanto accaduto. Vogliamo che mia moglie venga finalmente curata come si deve per il problema di cui soffre".