
Giuliano Bonizzato Ultimo mio irrilevante contributo al settecentenario dantesco. Ai tempi del Liceo Classico, il mio compagno di banco osservò, rivolto al professore, che Beatrice, nonostante l’aureola angelica, dimostra in Paradiso una incredibile vanità quando invita Dante a guardarla in volto, in quanto, dopo aver retto la visione di Cristo, può ora affrontare anche il suo sorriso. (Canto 23. v. 42-48). Non seppi resistere. –‘Osta, che sburonata professore!- esclamai. Subito dopo mi sarei morso la lingua. Ma il prof (romagnolissimo) non fece una piega. Anzi colse l’occasione per impartirci una memorabile lezione di semantica dialettale. "Il termine: sburonata (o sboronata) – affermò...