REDAZIONE RIMINI

Delitto di Misano: "Zegarac uccise per futili motivi"

La pena per lo sloveno è stata aumentata a 23 anni in Appello. Ecco i dettagli della sentenza.

L’arresto di Edi Zegarac

L’arresto di Edi Zegarac

Zegarac uccise e lo fece per "futili motivi". È qui contenuto il nocciolo dei motivi che hanno portato la Corte d’Appello di Bologna ad accogliere in parte il ricorso del pm Davide Ercolani alla sentenza di primo grado nei confronti del 54enne sloveno che a gennaio 2022 uccise a Misano il proprio vicino di casa a colpi di bilanciere. Zegarac, reo confesso, era stato infatti condannato in primo grado per l’omicidio di Nicola Donadio a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 4 anni di libertà vigilata. Pena poi rivista al rialzo lo scorso giugno in Appello riconoscendo appunto l’aggravante dei futili motivi e non riconoscendo dunque credibile la difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Orrù, per cui Zegarac non avrebbe agito per "indurre la vittima a ritirare la denuncia-querela" sporta nei suoi confronti, dal momento che uccidendo non avrebbe permesso alla vittima di ritirarla. Un controsenso che l’Appello non ha ritenuto sufficiente per non riconoscere l’aggravante specifica. Mentre, al contrario di quanto richiesto sempre dal pm Ercolani, invece i giudici dell’Appello hanno confermato le attenuanti generiche all’imputato, riconoscento quando già stabilito dalla Corte d’Assise nel valutare "correttamente" lo stato di disturbo della personalità da cui "Zegerac è affetto", così come riscontrato da perizia psichiatrica. La parziale riforma della pena ha poi anche confermato i risarcimenti già previsti per le parti civili, con le figlie della vittima rappresentate, tra gli altri, dall’avvocato Stefano Caroli.