Dieci giorni per salvare il capriolo del ‘Fellini’

Sopralluogo all’aeroporto del presidente della Provincia "Team di veterinari dovrà coordinare le operazioni di recupero"

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E’ partita la caccia al capriolo in aeroporto, ma al posto dei proiettili veri, si utilizzerà un metodo diverso per salvare l’esemplare per poterlo poi liberare.

Il presidente della Provincia Riziero Santi si era opposto nei giorni scorsi all’abbattimento dell’animale divenuto un pericoloso nel perimetro dell’aeroporto. Con la pandemia è da circa un anno e mezzo che i voli sono limitati, ma comunque sia il possibile passaggio di un animale sulla pista rappresenta un pericolo reale da affrontare. Da qui la necessità di eliminarlo, cosa consentita dalle leggi. Ma dopo la presa di posizione di Santi tutto si è fermato e ieri è stato fatto il primo sopralluogo sul posto da parte del presidente della Provincia per trovare una soluzione alternativa e veloce che possa consentire il mantenimento della sicurezza per i passeggeri in arrivo e partenza dal Fellini, e al medesimo tempo si possa salvare il Capriolo.

"Ieri mattina ho fatto un sopralluogo all’aeroporto - premette il presidente della Provincia - sia nella parte militare che in quella civile per organizzare le operazioni di cattura del capriolo e la sua delocalizzazione in luogo sicuro. Ho incontrato il comandante del 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito Vega, il Colonnello Marco Cardillo, e il consigliere delegato di Airiminum che gestisce l’aeroporto Fellini, Leonardo Corbucci. Ad entrambi ho spiegato le ragioni della mia iniziativa e ho riscontrato la massima comprensione e disponibilità di collaborazione nella gestione dell’intervento di salvataggio dell’animale e di messa in sicurezza del traffico aereo. Accompagnato dal colonnello Cardillo ho avuto l’opportunità di un’ampia perlustrazione di tutta l’area affiancato dal comandante della Polizia provinciale Maurizio Guidi e dal personale dello staff. Per la cattura in sicurezza ho incaricato un team di esperti veterinari che nei prossimi giorni saranno a Rimini per organizzare l’intervento. Negli incontri con il colonnello Cardillo e il dottor Corbucci abbiamo anche concordato interventi di potenziamento strutturale e di messa in sicurezza dei possibili punti di accesso degli animali selvatici".

La palla passa al team di esperti veterinari "che operano sul territorio nazionale con il sostegno di volontari addestrati a questo tipo di interventi. Le prime operazioni inizieranno la prossima settimana. Penso che entro una decina di giorni sarà tutto finito". Santi aveva preso contatti con il sindaco di Monte Copiolo per un trasferimento dell’animale in quella riserva, ma al momento non è detto che debba finire così. "Dovremo cercare la soluzione migliore e non è detto che sia la riserva a Monte Copiolo". Da non dimenticare il fatto che è possibile la caccia di selezione, "e non vorremmo certo salvarlo per inserirlo in un contesto rischioso da questo punto di vista".

Andrea Oliva