REDAZIONE RIMINI

Fondazione Carim: "Motore del bene comune con uno sguardo al futuro"

Il presidente, Paolo Pasini, inaugura il suo mandato quadriennale con una visione che unisce tradizione e innovazione, puntando su due obiettivi fondamentali: valorizzare il patrimonio e garantire l’equilibrio di bilancio .

Chiesa di Santa Croce a Villa Verucchio: gli affreschi ritrovati

Chiesa di Santa Croce a Villa Verucchio: gli affreschi ritrovati

Presidente Pasini, è appena iniziato il suo mandato quadriennale alla guida della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Con quale spirito affronta questa responsabilità?

"Con uno spirito di servizio, ma anche con una forte consapevolezza. La Fondazione ha un ruolo cruciale per la comunità e la nostra azione deve essere orientata al bene comune, con una visione che bilanci tradizione e innovazione".

Ha parlato di due obiettivi fondamentali: valorizzazione del patrimonio ed equilibrio di bilancio. Può spiegarci come intende concretizzarli?

"Sono due assi portanti, interdipendenti. Valorizzare il patrimonio significa non solo conservarlo, ma metterlo a frutto, creando valore per il territorio. Questo è fondamentale per garantire l’equilibrio di bilancio, evitando interventi che compromettano la sostenibilità economica della Fondazione".

Uno degli strumenti che avete annunciato è lo sviluppo del capitale sociale. Di che si tratta?

"Il capitale sociale è l’energia che tiene insieme una comunità. Parlo di coesione, dialogo, reciprocità. È essenziale collaborare con tutti gli attori istituzionali, dall’Università al terzo settore, per costruire progetti condivisi e duraturi. Per questo creeremo gruppi di lavoro composti non solo da soci e consiglieri, ma anche da esterni che abbiano competenze specifiche e la volontà di fare. La Fondazione deve essere un luogo dove le persone possono mettere a disposizione il meglio di sé per il bene comune".

Tra i nuovi progetti, ce ne sono due importanti: il contrasto alla dispersione scolastica e la valorizzazione di Rimini come ponte tra Oriente e Occidente. Ci racconta di più?

"L’abbandono scolastico priva i giovani di opportunità e indebolisce la comunità. Lavoreremo con scuole, famiglie e associazioni per creare programmi che tengano i ragazzi dentro il percorso educativo. Il secondo progetto mira a ripensare Rimini. Vogliamo proporla come un punto di incontro culturale, un luogo di dialogo tra mondi e prospettive diverse. In un momento storico segnato da tensioni internazionali, crediamo che Rimini possa offrire uno spazio di riflessione e apertura. Organizzeremo un ciclo di incontri che stimolino nuove visioni".

Una Rimini più cosmopolita, dunque, ma che non dimentica le sue radici. Ci sono altri progetti legati alla cultura e al volontariato?

"Assolutamente. Sul fronte culturale, ci stiamo occupando degli affreschi di Villa Verucchio, una testimonianza di straordinaria bellezza e importanza storica. Inoltre, organizzeremo un convegno con la Società di Studi Romagnoli per rendere omaggio ad Augusto Campana, figura di grande rilievo nella nostra storia locale. Sul fronte del volontariato, continueremo a sostenere iniziative come “Nuove idee, nuove imprese”, che stimolano l’innovazione e l’imprenditorialità. E poi c’è il nostro impegno a “aiutare chi aiuta”: vogliamo essere vicini a chi lavora quotidianamente per il bene degli altri".

Dal punto di vista gestionale, c’è anche la questione immobiliare. Avete preso alcune decisioni importanti in questo campo.

"Sì, abbiamo deciso di mettere in vendita Villa Mussolini a Riccione e Villa Mattioli a Rimini. L’obiettivo è quello di liberare risorse per progetti più incisivi, mantenendo un bilancio sostenibile e in equilibrio".

Qual è il suo sogno per questo mandato?

"Il mio sogno è restituire alla Fondazione un ruolo di leadership attiva e riconosciuta. Voglio che sia percepita come un punto di riferimento per lo sviluppo del territorio, capace di creare valore tangibile senza compromettere la sua stabilità".

Carlo Cavriani