Il conto salato di tasse e imposte Riccione è campione di incassi

La Perla riceve 1.177 pro capite grazie alle seconde case, mentre Rimini è dietro con 719 euro per abitante

Il conto salato di tasse e imposte  Riccione è campione di incassi

Il conto salato di tasse e imposte Riccione è campione di incassi

In provincia la fotografia sulle entrate comunali fra imposte e tasse cambia in ogni comune con sbalzi importanti. E secondo i dati più aggiornati a bilancio consuntivo del 2021, Riccione domina questa classifica. In media per Tari e Imu, la Perla nel 2021 ha incassato a persona circa 1.177 euro. A confronto, il comune di Rimini raccoglie pro capite solo 719 euro. Seguono con valori più o meno simili Bellaria-Igea Marina (773 euro) e Cattolica (578). Mentre raccolte più esigue si registrano nei comuni dell’entroterra: Gemmano (547 pro capite), Misano Adriatico (543), Verucchio (518), Pennabilli (518), Santarcangelo di Romagna (516 euro), San Leo (501), Morciano (334) e Montescudo-Montecolombo (273).

Insomma, quando si parla di dare a Cesare quel che è di Cesare, la Perla è il Comune che accumula annualmente più tasse. Riccione, inoltre, svetta fra i 420 comuni d’Italia con una raccolta imposte oltre i mille euro a persona. Focalizzandosi sui totali, per entrate di imposte, tasse e proventi assimilati, la Perla nel 2021 ha accumulato circa 41 milioni di euro, Rimini (149mila abitanti) supera invece i 107 milioni di euro.

Le imposte comunali costituiscono infatti un quarto delle entrate per gli enti territoriali. Fra queste una parte importante la ricopre la Tari. Riccione nel 2021 ha speso 13 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti (dati Ispra) con una quota di raccolta differenziata al 67,25% e una spesa pro capite di 388 euro. Mentre Rimini per i rifiuti registra una spesa assoluta di circa 39 milioni di euro, con una quota di raccolta differenziata del 68,31% e una spesa a persona di circa 260 euro. A Bellaria, a confronto, per i rifiuti il Comune spende 315 euro a persona. Seguono, a titolo di esempio: Santarcangelo (169), Novafeltria (154) e Verucchio (148). Un’altra entrata comunale è l’aliquota Imu base, che per le seconde case è la stessa in tutto il territorio, ovvero lo 0,76% (con alcune variazioni).

Secondo il rapporto dell’Agenzia delle Entrate, nei comuni turistici le seconde case rappresentano il 20% del totale delle abitazioni, perciò Riccione incasserebbe tanto. I valori di entrate importanti si registrano però anche nei comuni soggetti allo spopolamento – come Pennabilli – e spiegano che il dato delle entrate può crescere sia in situazioni favorevoli (come il turismo), ma anche in situazioni sfavorevoli (come lo spopolamento) dove esiste un numero di abitazioni, seppur non abitate, molto elevato. Un’altra fetta delle entrate la occupa infine l’addizionale Irpef la cui aliquota oscilla, grosso modo, in base al reddito. Si va da zero per i redditi fino a 16mila euro, salendo allo 0,80 per i redditi superiori ai 50mila euro, ma non tutti i comuni la applicano (Riccione inclusa). Quindi, anche vip e ricchi fanno crescere i totali. E Riccione in questo non sarebbe seconda a a nessuno. Fra le entrate comunali vanno incluse anche la tassa di soggiorno e quella per le affissioni. I valori della ricerca, dunque, potrebbero risultare ‘dopati’ dalla fatidica tassa delle vacanze, ma Rimini chiede ai turisti fino a 4 euro a notte e altrettanto fa Riccione. La media pro capite di entrate comunali per persona in Italia è, in fine, di 496,54 euro.

Andrea G. Cammarata