Il delitto di Angela: "Il killer è affetto da gelosia patologica. Ha bisogno di cure"

Viviana Pellegrini, avvocato del 62enne che ha ucciso la moglie: "Il patriarcato non c’entra nulla, Raffaelle è un uomo disturbato. Non sono d’accordo con chi cerca una giustizia sommaria"

Rimini, 30 novembre 2023 – "Nella vicenda di Angela Avitabile, e del suo assassino Raffaelle Fogliamanzillo, il patriarcato non c’entra assolutamente nulla. Qui stiamo parlando a tutti gli effetti di un folle, di una persona affetta da un grave disturbo psichiatrico. Nel suo caso la gelosia, che lo portava a vedere un tradimento inesistente, ha assunto i contorni di una vera e propria malattia. Una gelosia patologica, che necessita di cure".

Viviana Pellegrini, difensore di Raffaele Fogliamanzillo
Viviana Pellegrini, difensore di Raffaele Fogliamanzillo

L’avvocato Viviana Pellegrini, legale del 62enne riminese responsabile dell’omicidio della moglie, commesso il 22 aprile del 2022 in via Portogallo, torna a commentare gli esiti di un processo controverso, conclusosi con un proscioglimento dell’imputato per un vizio totale di mente e il suo internamento, per almeno vent’anni, in una Rems, l’equivalente dei vecchi ospedali psichiatrici.

"Ripeto ancora una volta quello che ho detto in Aula: non siamo noi avvocati a creare, a tavolino, dei disturbi mentali solamente per consentire agli imputati di evitare il carcere – dice l’avvocato –. I malati esistono e, purtroppo, Fogliamanzillo è uno di loro. Soffre di una sindrome ossessiva - paranoide che lo ha portato ad autoconvincersi del fatto che la moglie Angela lo tradisse con un altro uomo. Non sono io ad affermarlo, ma lo stimato professionista che ha svolto una perizia su incarico della Procura, il dottor Renato Ariatti. Raffaele era seguito dal Centro di igiene mentale di Rimini dal 2012, e anche il medico del carcere nel quale era stato rinchiuso aveva suggerito al gip, fin da subito, il suo trasferimento in una struttura psichiatrica. Prima del delitto, avrebbe dovuto sottoporsi a un Tso, ma i medici lo avevano trovato in condizioni relativamente buone consentendogli sia di continuare a stare in casa, che di operarsi le cataratte prima di effettuare il trattamento sanitario obbligatorio".

"Spesso – prosegue l’avvocato Pellegrini – di fronte a crimini tanto orrendi, l’opinione pubblica è portata istintivamente ad invocare la forca per gli imputati. Reazione comprensibile, anche se non sono d’accordo. Tutte le persone, anche quelle che si sono macchiate di crimini efferati, hanno diritto ad una difesa, come previsto dal nostro ordinamento. Non rinnego di aver assistito Fogliamanzillo: ho semplicemente svolto il mio lavoro".

Allo stesso modo, aggiunge Pellegrini, "non sono d’accordo con il clima esasperato a cui stiamo assistendo in questi giorni. La vicenda di Giulia Cecchettin ha colpito tutti nel profondo, ma non dobbiamo commettere l’errore di sostituirci ai giudici o addirittura ai periti". Qui il riferimento è a Filippo Turetta, il killer di Giulia: anche in questo, l’accertamento della sua sanità mentale sarà un elemento determinante in fase processuale.

Intanto, prosegue Viviana Pellegrini, "c’è chi continua a soffiare sul fuoco alimentando una guerra ideologica tra uomini e donne che a mio avviso è solo controproducente e deleteria. Io continuo con orgoglio a farmi chiamare avvocato, perché non è una vocale a dimostrare quanto valgo e chi sono".

l.m.