REDAZIONE RIMINI

La musica di Elisa : "La fatica di raccontare le nostre fragilità"

Esce l’ultimo album della cantautrice riminese, ‘La pazza nella soffitta’ che sarà presentato il 13 dicembre al teatro degli Atti di Rimini.

Elisa Genghini, la cantautrice riminese presenta il suo ultimo album

Elisa Genghini, la cantautrice riminese presenta il suo ultimo album

"Questo disco rappresenta per me la fatica di prendermi la libertà e la responsabilità delle mie fragilità". Una fatica, quella della cantautrice riminese Elisa Genghini che ha datto alla luce ’La pazza nella soffitta’, il suo ultimo album. Otto tracce tra intimità e storie di vita vissuta che verranno presentate al pubblico riminese il 13 dicembre alle 19 al teatro degli Atti.

Genghini, da dove viene il nome dell’album?

"Dal personaggio di Bertha Manson, la prima moglie del signor Rochester in Jane Eyre di Charlotte Bronte. E’ lei la vera pazza nella soffitta, tenuta segregata lì dal marito. Nel romanzo Il grande mare dei Sargassi di Jean Rhys però si riprende la dignità che merita e che legittima il suo comportamento, svelando gli orrori della violenza e della manipolazione".

Perchè questa scelta?

"Bertha è un personaggio che negli anni mi ha donato tanta ispirazione e per questo motivo le volevo dedicare un mio lavoro. Un vero e proprio inno alla fragilità di ognuno di noi, un aspetto che non deve essere nascosto a nessuno".

Come è nato il disco?

"’La pazza nella soffitta’ è un lavoro estremamente intimo: sono voluta partire da me stessa per arrivare a toccare i temi più cari e soprattutto più vicini a noi donne".

Per esempio?

"La gioia della maternità ed inevitabilmente il suo lato più oscuro; o ancora l’invecchiamento, il desiderio e la sensualità di un corpo che un bel giorno non ha più vent’anni. Sono partita da argomenti che mi riguardano personalmente, ritrovandoci poi una risonanza anche per gli altri".

Quale parte della sua vita viene raccontata?

"Quella degli ultimi cinque anni a questa parte in cui sono accadute tantissime cose. Prima di tutto sono diventata madre, poi c’è stata la pandemia che ci ha rinchiusi in quella ’soffitta’. Poi il tempo che passa, riflesso sul mio corpo. Insomma, ho voluto raccontare il mio vissuto, da me per tutti gli altri".

Un album che ha avuto una lunga gestazione.

"Sono state tante le cose da raccontare, ma soprattutto la voglia ed il bisogno di trasformare tutto questo in musica".

Perchè un ’bisogno’?

"Per me la musica è un bisogno, un modo per non perdermi e soprattutto comunicarmi agli altri. Mi salva dalla confusione della vita, mettendo a posto le cose. Insomma un momento salvifico in cui mi concedo completamente a me stessa".

Come nasce la sua arte?

"Non lo so bene, mi trova e basta. Mi capita di scrivere dei testi mentre faccio altro e allora sono immersa di biglietti e appunti in ogni angolo. Poi ancora, in maniera casuale, trovo la musica giusta per quelle parole. Tutto questo non è un processo intenzionale, ma una necessità".

Federico Tommasini