LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Caso ristoratrice morta, l’appello: “I siti di recensioni sono una giungla, servono subito delle regole”

L’appello di Giuliano Lanzetti, titolare del Bounty: “Dietro i social ci sono famiglie che lavorano. Basta con i leoni da tastiera capaci di demolire con un click: più tutele per la nostra categoria”

Al centro la ristoratrice morta Giovanna Pedretti, a sinistra Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli, a destra Giuliano Lanzetti

Al centro la ristoratrice morta Giovanna Pedretti, a sinistra Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli, a destra Giuliano Lanzetti

Rimini, 16 gennaio 2024 – Regole certe e più stringenti per i portali specializzati in recensioni online. E’ una richiesta destinata a far discutere quella che arriva da Giuliano Lanzetti, storico titolare del Bounty di Rimini, attivo nel campo della formazione per ristoratori con Pienissimo .

"Si può morire per colpa di una recensione? A quanto pare sì". Inizia così la riflessione che l’imprenditore riminese dedica alla vicenda di Giovanna Pedretti, la ristoratrice 59enne, trovata morta domenica pomeriggio sulle rive del Lambro, nel Lodigiano. L’ipotesi più accreditata al momento è quella del suicidio. Un nome, quello della Pedretti, che in questi giorni è salito alla ribalta delle cronache nazionali per il caso della recensione omofoba scritta su Google. Un cliente aveva criticato la pizzeria le "Vignole" per essersi trovato a cena vicino a un tavolo occupato da persone gay e a un disabile. Da lì la piccata ma elegante risposta su Facebook della ristoratrice santangiolina che aveva invitato il cliente a non tornare più.

Nei giorni successivi, come spesso accade in questi casi, la notizia è diventata virale sui social dove qualcuno ha messo in dubbio la veridicità della vicenda, senza risparmiare critiche ai gestori del locale e all’autrice del post in particolare, accusata di essersi fatta pubblicità attraverso una recensione "fake".

Dubbi sono stati sollevati anche da un post di Lorenzo Biagiarelli, cuoco e personaggio tv, rilanciato dalla sua compagna, Selvaggia Lucarelli. "Alcuni avanzano l’ipotesi che sia una recensione fake, altri non ne mettono in dubbio l’autenticità, ma questo non cambia né la giusta risposta della collega, né ci esenta da una riflessione sulle recensioni online e la ristorazione" è la premessa di Lanzetti. Che prosegue invitando ad una riflessione. "Sembra che la maggior parte delle persone non si accorga che dietro alle recensioni, ai social e alle classifiche online ci sono delle persone vere che si impegnano a portare avanti la ristorazione, ci sono delle famiglie che lavorano per cercare non solo di sfamarsi, ma di regalare un’esperienza e delle emozioni a chi non sembra né apprezzarle, né meritarle. Il mondo delle recensioni online è una giungla spietata dove dietro a un nickname si nascondono veri e proprio terroristi che non si fanno scrupoli a demolire in poche righe non solo il sogno imprenditoriale di qualche ristoratore, ma intere famiglie".

Di qui la richiesta - già ribadita da varie associazioni di categoria in passato - di un giro di vite. "Questa triste vicenda, la morte di una collega, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: in ambito di recensioni e portali di recensioni è necessario regolamentare in maniera seria" afferma Lanzetti. "Bisognerebbe, inoltre, regolamentare le recensioni online in modo tale da tutelare anche il ristoratore, rendendo sempre individuabile e rintracciabile il recensore. Non è possibile che queste persone possano rimanere nascoste e non rispondere delle loro azioni. Unendomi al lutto della famiglia per questa collega vorrei solo chiedere: quanto ancora dovrà andare avanti questa storia?"