
Scontro sugli indennizzi. Alt del Quirinale alla Lega. Ma i bagnini non mollano: "Si trovi una soluzione"
Scontro politico sugli indennizzi con i bagnini che hanno ormai perso la pazienza. "Basta, il governa si esprima, lo diciamo da troppo tempo e siamo sempre allo stesso punto". A pensarla così sono Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese balneari, e Diego Casadei, presidente di Oasi Balneari, dopo che il Quirinale ha bloccato l’emendamento della Lega sugli indennizzi ai balneari in caso di aste sulle concessioni demaniali. La Lega sta cercando di smarcarsi rispetto alle altre forze di governo, Fdi in primis. L’emendamento era stato presentato nel decreto agricoltura, ma il Colle ne aveva chiesto il ritiro perché non pertinente all’argomento. Il Carroccio però non molla ed ha ripresentato l’emendamento.
"Per noi gli indennizzi sono il tema centrale per il futuro – ribatte Vanni –. Lo diciamo da tempo e pensiamo che non si possa non affrontarlo. Questa partita va risolta. Ogni volta ci troviamo davanti a una scadenza politica che ingessa tutto. Prima erano le elezioni europee, adesso il confronto a Bruxelles con la divisione delle deleghe pesanti tra i governi nell’Europarlamento. Intanto il tempo passa e siamo già in estate". Sulla stessa linea Casadei: "Il Quirinale si è espresso sull’emendamento della Lega, ma non lo ha bocciato. Ha semplicemente chiesto il ritiro perché non pertinente con la materia. Ma questo aspetto deve essere considerato e vanno fatte delle scelte. Non si capisce perché tutte le aziende hanno un valore mentre quelle che insistono sull’arenile non dovrebbero averlo. Il valore dell’impresa è un elemento che non può non essere considerato, altrimenti il giorno successivo alle evidenze pubbliche avremo una pioggia di ricorsi".
Qualsiasi sia il punto di partenza del dibattito la conclusione è sempre la medesima: "Deve legiferare il governo, l’unico titolato a farlo". Se non altro, per i balneari ci sono tre ordinanze del Consiglio di Stato che confermano la legittimità della loro permanenza e del ruolo di concessionari anche in presenza di concessioni scadute il 31 dicembre scorso. C’è un elemento in più dato dalle ordinanze di Palazzo Spada, ovvero l’impossibilità di fare le evidenze pubbliche fino a quando la Corte di Giustizia europea non si esprimerà sull’articolo 49 del codice della navigazione. "Secondo l’articolo – spiega Vanni – al termine della concessione dovremmo ripristinare l’area, dunque togliere tutto. Ma le strutture sono nostre, in proprietà, e il diritto europeo tutela la proprietà privata. Attendiamo a breve, o comunque entro l’estate, che la Corte di Giustizia si esprima stralciando quell’articolo".
Andrea Oliva