
Soccorso ‘rosso’. Il bagnino in torretta: "Ho dovuto sostituire il marinaio di salvataggio"
"Abbiamo il nostro marinaio di salvataggio in malattia e così ho dovuto mettermi io sulla torretta per tutta la mattinata di ieri. Un problema che rischia di ripetersi perché quest’estate gli addetti alla sicurezza in mare sono in numero insufficiente. E dover fare da sostituti, facendo mancare un operatore sullo spiaggia, è già successo a diversi miei colleghi". A parlare è Roberto Nanni, del Bagno Loretta 99, associato alla Cooperativa di Rimini sud. Noto come il ’bagnino meteorologo’. "Purtroppo quella cui ci troviamo di fronte – continua Nanni – è una carenza di organizzo per coprire un ruolo fondamentale come quella del marinaio di salvataggio. A quanto mi dicono diversi colleghi di varie zone di spiaggia, per questa estate il numero di addetti è inferiore alle necessità effettive. Già nella scorsa stagione turistica abbiamo faticato non poco a coprire tutti i turni". Per disposizioni legate alle ordinanze balneari, i bagnini - titolari della concessione degli stabilimenti - sono tenuti ad assicurare il servizio di salvamento, assumendo stagionalmente i marinai. E sono anche tenuti ad avere tra i dipendenti ’di terra’ qualcuno con il brevetto di salvamento. Da sfruttare in caso di assenza, per qualche motivo, del marinaio assunto. Turni che quest’anno sono anche aumentati com’è noto, per l’estensione del servizio - seppure in forma ridotta, con un ’uomo rosso’ ogni trecento metri invece di centocinquanta ordinari - anche durante la pausa pranzo, che fino alla scorsa estate rimaneva con le torrette sguarnite.
"Le carenze di organico sono evidenti – spiega un marinaio di salvataggio, chiedendo l’anonimato –, siamo sotto, dobbiamo fare gli straordinari, ci sono torrette vuote in alcune zone. Il motivo? Semplice: il rapporto tra retribuzione e responsabilità crescenti cui veniamo chiamati non è congruo. Quest’estate abbiamo anche la bombola di ossigeno da tenere in torretta. Poi per alcune ore, a metà giornata, ognuno di noi deve controllare 300 metri lineari di costa: impossibile. Più la novità della boa obbligatoria ai 50 metri, con il corpo morto semisommerso che potrebbe causare incidenti (provvedimento che per ora ha avuto una proroga da parte della Capitaneria di Porto, a causa della difficoltà materiale per tutti i titolari di stabilimento balneare a procurarsi le boette e soprattutto i massi in cemento da posare sul fondo, ndr). E l’obbligo di legarsi a una cima a riva quando soccorriamo. Ma se sono da solo la cima chi la recupera?"
"Non so se il problema sia di retribuzione o di responsabilità – continua Roberto Nanni –, so che spero di non dover tornare spesso durante l’estate a fare il salvataggio".
Mario Gradara