Fake news, spirito critico e trasparenza per smascherarle

‘Shake the fake’, il progetto dell'Osservatorio Permanente Giovani-Editori coinvolge cento ragazzi delle scuole superiori di Padova e provincia

L’incontro nell’auditorium della Fondazione Cariparo a Padova

L’incontro nell’auditorium della Fondazione Cariparo a Padova

Rovigo, 27 novembre 2019 - Come smascherare le fake news. Oggi siamo bombardati dalle informazioni ed è difficile risalire a quelle che sono le fonti. Come possiamo arginare il fenomeno delle fake news? Ne abbiamo parlato con tre esperti, che hanno condiviso i loro ‘trucchi’ con cento studenti delle scuole superiori. Ecco cosa abbiamo imparato.

Bufale, fake news, post-verità. Destreggiarsi tra le informazioni, digitali e non, diventa sempre più difficile. Ma con i giusti strumenti è possibile discernere il falso dal vero. Questo il messaggio che Daniela Lucangeli, docente ordinario di psicologia dello sviluppo e dei processi di socializzazione dell’Università degli studi di Padova, la ricercatrice Anna Maria Porru e l’editorialista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella hanno trasmesso ai cento ragazzi delle scuole secondarie superiori di Padova e provincia, che hanno partecipato, ieri mattina a Padova nell’auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, all’incontro di presentazione del progetto didattico intitolato ‘Shake the fake’.

L’iniziativa, a cura dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ieri rappresentato dal suo responsabile delle relazioni esterne Pierfrancesco Salvetti, è la nuova declinazione del progetto ‘Il Quotidiano in Classe’ per il prossimo triennio di ‘Attivamente’, che la Fondazione ha ideato per stimolare il pensiero critico e la curiosità di studenti e alunni delle scuole delle province di Padova e Rovigo, preparandoli a quelle che sono le sfide di domani. 

Coltivare la consapevolezza. Il progetto ‘Shake the fake’ è volto a formare cittadini sempre più attivi, responsabili, informati e padroni dei mezzi che hanno a disposizione. Punta infatti ad aprire nelle classi una riflessione intorno alla Rete, per aiutare i ragazzi a riconoscere le fake news che li toccano più da vicino. Oggi, con l’esplosione di internet e dei social network, queste false notizie si diffondo con una velocità sei volte superiore rispetto alle notizie vere, perché sono persuasive e forniscono messaggi semplici. Ma allora come possiamo coltivare la consapevolezza nell’opinione pubblica? Partendo dai più giovani, da quella che viene definita l’I-generation, ovvero la generazione dei sempre connessi.

Per combatterne la diffusione delle fake news è necessario imparare i valori della trasparenza e acquisire i mezzi per tracciare l’attendibilità di una notizia. Coltivando lo spirito critico e il dubbio socratico. Cioè sapendo di non sapere. E’ quanto ha dichiarato in apertura del suo intervento Gilberto Muraro, presidente Fondazione Cariparo. Esistono tante tipologie di fake news. Di odio, di propaganda politica e di satira. A volte sono soltanto il frutto di un giornalismo sciatto. Per contrastarle è necessario mettere in atto delle buone pratiche che incentivino lo sviluppo del pensiero critico. Come ha affermato la professoressa Daniela Lucangeli, il cervello umano non è un ripetitore, ma un trasformatore. Se lasciamo che svolga la sua funzione, dandogli il tempo di elaborazione necessario, ci possiamo sottrarre all’inganno e quindi alla menzogna.

L’ha sottolineato anche Gian Antonio Stella nel suo intervento intitolato ‘Fake news: che cosa sono, chi ci guadagna, come evitarle’. Se i troiani avessero potuto ascoltarlo, il famoso cavallo di Troia non avrebbe mai varcato le mura della città assediata dagli eserciti dell’antica Grecia. E forse la storia dell’Occidente sarebbe cambiata.