REDAZIONE ROVIGO

"Processi sul web. Ma la strada maestra è sempre il confronto in aula"

L’avvocato Mariarosa Balladore, 28 anni di professione: "Con la nuova ondata di contagi temiamo il blocco in tribunale"

"Per le cause di separazione e per quelle di divorzio è sempre stato garantito il processo in presenza anche nei momenti più bui duranti i quali era in vigore il lockdown. Mi riferisco alle udienze più importanti, quelle crucali durante le quali era presente il presidente. Ci mettevamo nell’aula grande, a distanza, con mascherine e guanti. Credo che il confronto diretto, la presenza delle varie parti non posso mancare nelle cause di separazione. E’ questo è stato garantito grazie al presidente della sezione civile del tribunale Paola Di Francesco", l’avvocato Mariarosa Balladore, con alle spalle 28 anni di professione, racconta così la vita del tribunale – per lei una seconda casa – nei mesi durante i quali i cittadini erano chiusi in casa per le misure varate dal governo contro la prima ondata della pandemia. "Adesso che siamo davanti a questo nuovo picco che prosegue ormai da settimane e va purtroppo aumentando – riprende – tutti noi vediamo con ansia al rischio che vengano varate norme che limitano o addirittura bloccano l’accesso nelle aule, i luoghi deputati per eccellenza ad amministrare la giustizia". La sensazione in questi giorni degli addetti ai lavori è che vengano varati provvedimenti e restrizioni anche per le udienze. "In tribunale – riprende – vengono osservate tutte le disposizioni che riguardano la sicurezza, con l’applicazione dei protocolli per il distanziamento. Nelle aule questo avviene con grande rigore, i giudici sono molto attenti a che tutto si svolga con il massimo scrupolo per quanto riguarda la sicurezza. Ci si dispone a distanza, si indossano le mascherine. Purtroppo non è sempre facile far rispettare nei corridoi anche queste misure. Ci sono cartelli che invitano a non sostare in quegli spazi, ma basta poco perché magari qualcuno sgarri. Bisogna essere precisi, arrivare nell’orario delle udienze, basta che un avvocato sia in ritardo e nei corridoi magari si ferma qualcuno in attesa". Il lockdown, così come è avvenuto nelle scuole, ha segnato comunque un passo avanti per quanto riguarda l’applicazione delle nuove tecnologie, di quelle telematiche. Gli accessi negli uffici e nelle cancellerie sono stati cadenzati con obbligo di prenotazioni on line. "Dopo lo choc iniziale – riprende Mariarosa Balladore – ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo messi a studiare cosa potevamo fare, in quali nuove forme poteva esprimersi ed essere applicata la giustizia. Già nel 2014 si erano sperimentate le notifiche telematiche, il processo civile telematico. In questo senso il Covid ha dato un fortissimo impulso. Adesso molte cause si aprono e cominciano in via telematica, lavori dal tuo computer per inviare i documenti e per perfezionare l’iter delle pratiche. Alcune udienze sono state svolte a distanza, soprattutto per quanto riguarda quei processi importanti che non potevano essere rimandati. Noi avvocati ci siamo collegati con la stanza del giudice grazie al computer. I colleghi giovani non trovano alcuna difficoltà, quelli di altre generazioni devono aggiornarsi. L’udienza a distanza è un’opportunità ma ritengo che la presenza, vedersi in volto, confrontarsi sia un aspetto cruciale della giustizia, soprattutto in certi casi molto delicati".