
La ragazza è invalida al 100% dalla nascita
Rovigo, 20 novembre 2024 – Una storia famigliare ‘drammatica’, tra conti correnti sperperati e denunce penali, che vede al centro una figlia in stato vegetativo.
La storia è quella di una ragazza di 27 anni, invalida al 100% dalla nascita, affetta da grave cerebropatia causata al momento del parto, a seguito di un successivo errore medico accertato ed in relazione al quale la stessa e la sua famiglia hanno ottenuto un risarcimento patrimoniale.
Risiede fin dalla nascita in un comune dell’alto Polesine, dove vivono entrambi i suoi genitori. All'età di 18 anni, i genitori, concordi, hanno stabilito di far nominare alla figlia un amministratore di sostegno dal Tribunale di Rovigo, su istanza congiunta di entrambi.
A seguito della quale è stata nominata la madre, quale amministratrice di sostegno.
Qualche anno dopo i genitori si sono separati e poi hanno divorziato, la figlia è rimasta con la madre in qualità di amministratrice di sostegno. Quest’ultima poteva utilizzare la pensione di invalidità figlia, pari a circa 2.100 euro mensili per le sue necessità, in particolare per la sua cura avendo necessità 24 ore al giorno di qualcuno che la accudisse.
I primi sospetti nei confronti della madre
A porli in maniera formale è il legale del padre, l’avvocato Michele Cavallini che spiega: “Nel corso degli anni sorgono svariati sospetti in ordine alla corretta gestione patrimoniale, soprattutto dopo che, a giugno 2018, il mio assistito aveva effettuato un bonifico sul conto corrente intestato alla figlia pari a 570mila euro, somma che era stata liquidata dal tribunale a titolo risarcitorio nella causa intrapresa contro l'ASL. Nel 2021 sorgono nuovi sospetti in merito alla gestione patrimoniale della figlia, da parte della madre (amministratrice di sostegno), a seguito di alcune segnalazioni da parte dell'assistente domiciliare. In quanto questa lamentava al padre il mancato pagamento dei propri stipendi da agosto 2021 e fino a marzo 2022, ai quali si aggiunge il fatto che madre aveva impedito al padre di vedere sua figlia per oltre 9 mesi, dal mese di settembre 2021 fino all'intervento del sottoscritto e dei carabinieri nel giugno 2022. Da qui è partito il primo procedimento penale, per il reato di sottrazione di persona incapace, attualmente in corso, chiamato all'udienza del prossimo 2 dicembre prossimo”.
La revoca da amministratrice di sostegno
Nel merito dei fatti riscontrati è iniziata una procedura legale, tramite il legale del padre, con la deposizione di un'istanza di revoca dell'amministratrice di sostegno al tribunale di Rovigo, che viene accolta. Una richiesta per accusa di omessa rendicontazione del patrimonio e delle spese nell'arco di tutto il periodo nel corso del quale aveva ricoperto il ruolo di amministratrice di sostegno. Questa viene revocata a novembre 2022, in sua sostituzione, viene nominata un avvocato del Foro di Ferrara, Anna Pavasini. “A seguito di questa nuova nomina ho provveduto ad informarla di tutti i sospetti e inadempienze rispetto al proprio ruolo, a fronte del quale inizia ad inoltrare richieste agli istituti di credito, dove la ragazza ha i propri conti correnti”.
I conti correnti e le somme dilapidate
Nel frattempo, la ragazza viene collocata stabilmente nella casa del padre già da novembre 2022. Il legale e la nuova amministratrice di sostegno iniziano a ricomporre il patrimonio della giovane. Al termine hanno accertato come: “le risultanze inviate da MPS e Poste Italiane, istituti presso i quali la ragazza aveva i propri conti – prosegue l’avvocato Michele Cavallini – solo dopo innumerevoli diffide e reiterate richieste, si viene a scoprire che il conto è stato chiuso e spariti i soldi depositati. La madre, quindi, ha indebitamente utilizzato tutte le pensioni mensili della figlia per sette anni senza alcuna autorizzazione e senza mai rendicontare nulla al tribunale competente e al giudice tutelare. Inoltre, da una verifica ed analisi degli estratti conto della Posta, pervenuti solo a marzo 2024, è emerso come i due assegni di importo elevato emessi dal conto MPS fossero intestati alla figlia e dunque incassati sul proprio conto corrente postale, pur non potendo l'allora amministratrice di sostegno effettuare una simile operazione di trasferimento. Tutto questo senza alcuna autorizzazione da parte del giudice tutelare nel 2018, prima che MPS venisse definitivamente chiuso. Da quel momento e per oltre due anni – aggiunge il legale -sempre con i dati alla mano inoppugnabili rappresentati dagli estratti conto, la madre ha deliberatamente svuotato l'intero conto corrente postale, effettuando svariate operazioni di prelievo, tanto che alla data del 31 dicembre 2022, aveva sul conto la somma di 6,50 euro”.
Una nuova denuncia per la madre
A seguito delle risultanze dei conti correnti è poi scaturito il secondo procedimento penale, sulle denunce presentate dal legale del padre e dall'avvocato Anna Pavasini per la figlia nel mese di agosto 2023.
“Ancora oggi soggetto ad indagine nonostante il lungo periodo di tempo trascorso, per i reati di peculato e appropriazione indebita, anche nei confronti del compagno della madre, nonché nei confronti di MPS, a cui si è aggiunta oggi l'integrazione di querela per Poste Italiane. In corso con i due istituti di credito, una domanda di mediazione obbligatoria, per poi incardinare un giudizio civile. Nei confronti della madre e dell’attuale compagno, invece è stato anche promosso un sequestro conservativo che ha dato esito negativo, in quanto gli istituti interrogati hanno dichiarato di non essere loro creditori o detenere cifre irrisorie”.
L’appello: “Se dovesse succedere qualcosa la padre, la figlia non avrebbe nulla”
A fronte di questa situazione acclarata e di grave situazione economica, l’avvocato Michele Cavallini spiega preoccupato: “La ragazza ha l'impellente necessità, viste le spese per la sua assistenza domiciliare e quella che si renderà forse un giorno necessaria per la sua sistemazione in una struttura dedicata, di riavere il proprio patrimonio. Se dovesse succedere qualcosa al padre, la figlia non avrebbe più nulla per poter essere gestita da terzi. Tutte queste circostanze sono già al vaglio degli inquirenti su diversi fronti e diverse denunce presentate dal legale del padre e dalla nuova amministratrice di sostegno della figlia”.