A 3 anni dall’esclusione dal campionato di Serie C dell’estate 2021 il Carpi è pronto a misurarsi di nuovo con il calcio professionistico. L’ultima volta l’ha fatto con Sandro Pochesci in panchina, nella stagione chiusa con la salvezza sul campo e la clamorosa esclusione dal campionato.
Per i biancorossi quella che comincia domani sera sarà la 33esima volta nei primi tre livelli del calcio italiano, dalla C alla A. Dopo i passaggi fugaci nel primo dopo guerra – mai più di 3 anni di fila dal 1945 al ’48, dal ’64 al ’66, nel ’74-75 e dal ’78 all’80 – è il ripescaggio dalla D del 1988 a mettere le basi per 12 stagioni di fila fra i professionisti, col salto della Tomeazzi-band dalla C2 alla C1, la B sfiorata nel ’97 con De Canio fino al fallimento del 2000. Ma la vera svolta è quella del 2009, con l’ingresso del gruppo ex Dorando Pietri guidato da Stefano Bonacini, da cui nasce ’l’era dell’oro’ del calcio carpigiano. Arrivano quattro promozioni in 6 anni, col capolavoro degli Immortali di Castori che vale addirittura la Serie A, persa poi per un punto l’anno dopo. La A sfiorata nella finale di Benevento del 2017 è l’ultimo sussulto, poi arriva la discesa in C del 2019 e la clamorosa beffa dell’algoritmo nel 2020 che nega la B. L’ingresso della sciagurata cordata carpigiana è il preludio al nuovo fallimento, prima del salvataggio vincente di Claudio Lazzaretti del 2021.
d.s.