Master e dottorati, formazione anti virus

Il Covid non intacca impiego e retribuzione di chi sceglie la specializzazione post-laurea: minime le differenze rispetto al pre-pandemia

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di Martino Pancari

Investire in formazione post-laurea, per specializzarsi o per aggiornarsi. Una scelta che si dimostra vincente e che supera la prova della pandemia: il tasso di occupazione e le retribuzioni dei diplomati di Master e dei dottori di ricerca si confermano infatti superiori a quelli dei laureati. Emerge dai Report di AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei dottori di ricerca e dei diplomati di master: le differenze rispetto all’indagine del 2019 sono relative a pochi aspetti. Tra i diplomati di Master del 2020 si registra una diminuzione delle esperienze di stage durante il percorso (-5,2%) e un aumento del project work (+5,6%), segno che gli atenei si sono prontamente attivati per adattare le attività del Master alla situazione legata alla pandemia.

Sugli esiti occupazionali, l’effetto della pandemia è tutto sommato contenuto: complessivamente nel 2020 si evidenzia una diminuzione del tasso di occupazione a un anno dal titolo del -0,9% tra i dottori di ricerca e di -1,8% tra i diplomati di Master. La crisi pandemica non ha intaccato particolarmente le caratteristiche del lavoro svolto: sia tra i dottori di ricerca, sia tra i diplomati di Master, si registra un aumento delle retribuzioni mensili nette rispetto all’indagine del 2019, miglioramento che riguarda chi si è inserito nel mercato del lavoro prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Analogamente, l’efficacia del titolo è migliorata per i dottori di ricerca e rimasta sostanzialmente stabile per i diplomati di Master, ma anche in questo caso ciò riguarda chi ha iniziato a lavorare prima della pandemia. Il 5,4% ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o dottorato in alto apprendistato): la percentuale varia dall’11,2% di Ingegneria al 2,1% di Scienze economiche, giuridiche e sociali e all’1,6% di Scienze umane. Il 33,8% dedica alla ricerca oltre 40 ore a settimana: dal 40,6% delle Scienze di base al 25,0% delle Scienze economiche, giuridiche e sociali. L’83,6% ha realizzato almeno una pubblicazione: il 91,5% dei dottori in Ingegneria rispetto al 66,7% di Scienze economiche, giuridiche e sociali.

Il 63,2% dei dottori di ricerca dichiara che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe nuovamente allo stesso corso di dottorato e allo stesso ateneo. È pari al 19,7% la quota di chi, potendo tornare indietro, seguirebbe un dottorato all’estero. Il tasso di occupazione è all’88,1%: varia dal 90,7% di Ingegneria e 90,5% di Scienze della vita, all’82,5% di Scienze umane. Il 59,2% svolge attività di ricerca in misura elevata nel proprio lavoro: i dottori in Scienze di base sono più coinvolti in attività di ricerca (72,5%), all’opposto di quelli in Scienze umane (45,4%). La retribuzione mensile netta è pari, in media, a 1.728 euro: le retribuzioni più elevate sono dichiarate dai dottori di ricerca in Scienze della vita (1.902 euro), mentre sono inferiori alla media tra i dottori in Scienze umane (1.361 euro). Il 69,8% ritiene che il titolo di dottore sia "molto efficace o efficace": l’efficacia è massima tra i dottori in Scienze di base (78,2%) e più contenuta tra i dottori in Scienze umane (61,2%). Il 65,5% si è iscritto in un ateneo diverso da quello di conseguimento della laurea. In particolare, il 5,8% ha una laurea ottenuta in un ateneo estero: la quota varia tra l’8,5% dell’area economica, giuridica e sociale e il 3,6% di quella medica.

Frequentemente si iscrivono ai Master persone che sono già inserite nel mercato del lavoro: i lavoratori-studenti sono il 53,9%, che sale al 69,4% nell’area medica e si contrae al 42,8% in quella umanistica. Il 64,4% ha svolto un periodo di stage o un project work durante la frequenza del corso: il 36,1% ha svolto lo stage, il 28,3% ha potuto contare sul riconoscimento di un project work. La diffusione di questi tipi di esperienza, complessivamente considerati, varia dall’82,0% dell’area scientifica e tecnologica al 51,3% dell’area medica. Il 68,4%, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, confermerebbe corso e ateneo scelto. Il tasso di occupazione è pari all’86,9%: si raggiunge quasi la piena occupazione nell’area medica (94,4%), mentre scende – ma resta su livelli elevati – nell’area umanistica (78,4%). La retribuzione mensile netta è pari in media a 1.745 euro: le retribuzioni più elevate sono associate ai diplomati dell’area medica (1.954 euro), più contenute tra quelli dell’area umanistica (1.339 euro). Il titolo di Master è valutato "molto efficace o efficace" per il 51,3% degli occupati: raggiunge il 56,9% nell’area medica, mentre si riduce in quella scientifica (46,3%). Il 67,7% prosegue l’attività lavorativa cominciata prima del Master: tale quota è massima nell’area medica (78,0%) e minima in quella scientifica e tecnologica (48,8%).