Bus Mestre, spunta un terzo incidente: cosa sta succedendo? Anche Padova sospende i mezzi cinesi Yutong

La società produttrice esclusa da una gara di appalto a Torino. Controlli sui pullman anche in altre città del Veneto e in Friuli.

Venezia, 17 ottobre 2023 – Spunta un terzo incidente nella flotta degli autobus elettrici di Mestre, un tamponamento causato dallo stesso modello dei mezzi coinvolti nel disastro del cavalcavia e nell’urto di via Carducci. Con il passare delle ore, si fanno largo dubbi e sospetti.

Solo coincidenze?”, si era chiesto Matteo Salvini dopo l’uscita di strada e lo schianto contro il pilastro di un palazzo di sabato sera. Una cosa è certa: i tre autobus elettrici sono tutti prodotti dalla società cinese Yutong. La stessa esclusa per “ragioni amministrative” dal bando per la fornitura di mezzi alla partecipata del Comune di Torino.

E così, mentre dalla procura si attendono gli esiti delle indagini tecnici sul bus precipitato dal cavalcavia Vempa – l'autopsia ha escluso il malore dell’autista deceduto nell’incidente – sono tante le domande sul piatto.

Bus sospesi anche Padova

L’azienda dei trasporti BusItalia ha sottoposto a controlli due autobus elettrici della Yutong che svolgono il servizio locale nella città di Padova. “La decisione – si è appreso dal Comune – è stata presa a scopo cautelativo in seguito agli incidenti che hanno visto coinvolti i mezzi della stessa azienda a Mestre”.

I due bus Yutong non sono dello stesso modello di Venezia (gli 'E-12') e fanno parte di una flotta complessiva di otto mezzi elettrici impegnati nel trasporto pubblico padovano: gli altri sei sono di aziende diverse. “Le verifiche tecniche non hanno evidenziato comunque alcun problema e per ora i bus Yutong vengono sostituiti da altri, senza conseguenze per il servizio”, aggiungono dal municipio patavino.

Domenica, il Comune di Venezia aveva bloccato la flotta elettrica della società ‘La Linea’ in tutta la città, tappando il buco con mezzi a metano concessi in comodato d’uso al gestore del trasporto su gomma. Controlli anche in Friuli e in altre città del Veneto

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Mestre, spunta un terzo incidente

C'è un terzo incidente avvenuto di recente ad un autobus elettrico Yutong della società ‘La Linea’ di Venezia, lo stesso modello coinvolto nel disastro del cavalcavia e nell'incidente di sabato scorso a Mestre. Si tratta – secondo quanto riferisce oggi la stampa locale – di un tamponamento avvenuto lo scorso 16 giugno lungo la strada statale Romea, che non provocò feriti.

L'autista del bus aveva raccontato di avere avuto un problema al sistema di frenata assistita del mezzo, che invece di frenare avrebbe avuto una sorta di accelerazione. Una versione mai confermata dagli accertamenti e dalle perizie assicurative, che non avrebbero rilevato alcun guasto ai freni. L’autista aveva un contratto a termine che e non gli fu rinnovato.

Cosa sta succedendo?

Sono circa 300 gli autisti che giornalmente svolgono servizio sugli autobus de 'La Linea’, la più grande impresa privata di trasporto del Veneto. Prima degli ultimi eventi, riferisce l'azienda, il tasso di sinistri o guasti ai propri pullman era largamente inferiore alla media del settore.

I funerali dell’autista del bus della strage

A due settimane esatte dall'incidente, hanno fatto ritorno oggi a casa le spoglie di Alberto Rizzotto, l'autista 40enne di Vazzola (Treviso) morto assieme a 20 passeggeri nel bus elettrico caduto dal cavalcavia di Mestre a pochi metri dai binari della stazione ferroviaria. Nella chiesa della frazione di Tezze si è svolto oggi il funerale, presieduto dal vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziol, e dal parroco, Alberto Basso, alla presenza dei genitori, Mariella e Luigi, del fratello, Giulio, e di circa 600 persone a vario titolo legate a Rizzotto. Molte di esse hanno potuto prendere parte alla cerimonia su panche posizionate in uno spazio aperto accanto alla chiesa, e altre hanno seguito la funzione dalla strada chiusa al traffico e allestita con diffusori audio. I familiari hanno chiesto di non riprendere immagini dentro la piccola chiesa di Tezze, dove il feretro era stato posizionato con ampio anticipo rispetto all'orario della celebrazione.