Violenza sulle donne, Gino Cecchettin: “È una battaglia di tutti. Con mia figlia Elena penso a una fondazione contro il patriarcato”

Il padre di Giulia ha confermato nell’intervista a “Che tempo che fa” di voler portare avanti le iniziative contro i femminicidi

Vigonovo (Venezia), 11 dicembre 2023 –  "Ora mi trovo senza una moglie, senza una figlia, e voglio gridare all'Italia che bisogna fare qualcosa". È l'appello di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la studentessa di 22 anni uccisa dall'ex fidanzato l'11 novembre scorso, nel corso del suo intervento ieri sera alla trasmissione "Che tempo che fa". "Mia figlia Elena ha centrato il punto, quando ha parlato di patriarcato", ha aggiunto, "la supporterò in tutte le sue battaglie, è una battaglia che dobbiamo fare tutti". A questo riguardo Cecchettin ha spiegato che potrebbe "fondare un'associazione" e quindi ha aggiunto che "una fondazione è nei nostri piani".

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Gino Cecchettin intervistato alla trasmissione "Che tempo che fa"
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La denuncia per i messaggi di odio

L'intervista è stata rilasciata ieri sera, nel giorno in cui la famiglia di Giulia ha fatto sapere che è stata presentata una querela per diffamazione alla Polizia postale per i messaggi di odio rivolti a Giulia sul web. Sui social, però, proseguono i messaggi di minacce e insulti al papà e alla sorella della 22enne uccisa un mese fa. "Sono qui stasera perché mi trovo mio malgrado a combattere una battaglia di cui non ero a conoscenza prima", ha detto il padre di Giulia: "Io stesso quando leggevo di femminicidi ero dispiaciuto per le vittime, i familiari, ma poi giravo pagina. Tutti gli eventi che mi sono capitati durante quest'anno, da quando è mancata mia moglie, mi fanno vedere il mondo in maniera diversa".

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La battaglia contro il patriarcato

"Patriarcato significa che c'è un concetto di possesso, che è il cuore della faccenda", ha proseguito Gino Cecchettin: "Ancora oggi usiamo espressioni come 'la mia donna', che sembrano innocue, ma non è così". Poi ha raccontato che questa vicenda lo ha cambiato: "Ho iniziato a piangere per Giulia già l'indomani della scomparsa perché un padre certe le cose le sente, e ti viene quasi normale provare rabbia e odio. Io ho detto 'voglio essere come Giulia', ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l'odio e la rabbia". Gino Cecchettin ha aggiunto nell’intervista un invito: "Vorrei dire una cosa ai maschi: in questo momento vorrei invitarvi a dire ti amo alle compagne e alle mogli, non ti voglio bene. Ti amo: ditelo, ditelo spesso. Dovete dirlo, sempre, ogni volta. Fatelo in questo momento”.