Albero blu al Navile, è polemica

Il centro disabili trasloca. Le famiglie: "Passo indietro"

Enrica Chili, tra gli ospiti di ‘Albero Blu’

Enrica Chili, tra gli ospiti di ‘Albero Blu’

Bologna, 4 gennaio 2016 - L’Albero blu cambia sede ma le famiglie dei degenti non ci stanno. Il centro residenziale per persone con disabilità gravi, ora in via Portazza, al Savena, sarà spostato entro fine mese nel centro Parco del Navile, in zona Arcoveggio. La maggior parte dei familiari dei sei residenti della struttura, però, è preoccupata e arrabbiata.

Giorgio Frabboni, zio di Enrica Chili, che a causa di un incidente è rimasta paralizzata dal petto in giù e nel lato sinistro del corpo, è sicuro: «Mia nipote non andrà in quel centro. Albero Blu avrà le sue mancanze, tra cui una rete infermieristica non ottimale, ma gli utenti hanno una loro autonomia. Possono spostarsi con le sedie a rotelle dalle stanze al salone dove pranzano o fanno attività, mentre al Navile dovranno usare gli ascensori e quindi farsi accompagnare sempre da qualcuno».

Non solo, prosegue Frabboni: il Navile, seppure ospiti una bella residenza e l’ala riservata agli utenti di Albero Blu e agli altri otto disabili gravi, che si aggiungerebbero ai sei ospiti attuali, sia separata da quella del centro anziani, è «in una via sperduta, in campagna, difficile da raggiungere per i parenti e scomoda per quei malati che ora, quando riescono, possono andare anche a prendere il caffè al bar. Il trasferimento sarà un enorme passo indietro». Il cambio di sede è motivato, spiega l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, da un’esigenza comune di amministrazione e Albero Blu: «Permetterà all’attuale sede di via Portazza di ospitare i malati affetti da disabilità cognitive di Villa Giada, al Parco Talon di Casalecchio, che è una struttura bellissima, ma inadeguata. E gli ospiti di Albero Blu saranno in una struttura in cui è disponibile la copertura sanitaria maggiore di cui ora necessitano, ma che l’associazione non può permettersi». Senza rinunciare ai servizi.

Inoltre, una navetta sarà disponibile ad accompagnare gli ospiti nelle uscite fuori dalla struttura, e alle attività di riabilitazione all’ospedale Bellaria, che in parte potranno essere integrate con quelle nell’ampia palestra del centro al Navile. «Ci rendiamo conto che il nuovo contesto possa sembrare problematico – ammette l’assessore –: se davvero ci saranno grossi disagi, valuteremo come intervenire, dopo un primo periodo di insediamento».

Attacca invece la consigliera della Lega Nord Lucia Borgonzoni: «Mi vergogno per la superficialità con cui è stata trattata la questione. Una decisione così non può essere presa senza un dialogo con le persone coinvolte. Un trasferimento è già problematico in sé, figurarsi in questo caso; i ragazzi hanno un lungo percorso alle spalle, ormai sono una famiglia, separarli sarà un trauma». Infatti, le tre famiglie contrarie al trasferimento (due dei sei degenti sono soli), prevedono di trovare una sistemazione diversa ai propri cari. «Trasferirli sarà togliere loro le conquiste di anni», conclude Borgonzoni.

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