Croce negata al cimitero di Casalecchio, per Zuppi è una decisione sbagliata

L’arcivescovo dopo lo stop del consiglio comunale: "E’ un simbolo di umanità che non offende nessuno". Bufera sul sindaco Bosso: attacchi dal centrodestra e anche dal Pd

Monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna

Monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna

Bologna, 30 gennaio 2016 - Niente croce all’ingresso del cimitero. Sul consiglio comunale di Casalecchio di Reno si è scatenata una autentica bufera per una delibera che rievoca l’editto di Saint Cloud emanato da Napoleone nel 1804, che parificava i morti ed eliminava le lapidi. Oggi come allora alla base di questa scelta, anticipata ieri dal Carlino, ci sono concetti di laicità che non tengono conto del valore che certi segni hanno assunto nel tempo.

«Credo che questa decisione – spiega l’arcivescovo monsignor Matteo Zuppi – sia sbagliata e inopportuna, e riporta alla memoria un vecchio dibattito legato alla presenza del crocifisso nei luoghi pubblici. In quella occasione persone laiche come Miriam Mafai o Giorgio Napolitano dissero che non si doveva toccare perché la croce è un simbolo che veicola valori di umanità. Lasciare la croce all’ingresso di un cimitero non ne limita l’accoglienza e non offende nessuno, ma richiama a quell’umanesimo che fa parte anche della cultura laica».

Pur arrivando alle stesse conclusioni, c’è una totale contrapposizione tra i toni pacati utilizzati dal prelato da poco più di un mese alla guida della diocesi di Bologna e le reazioni che arrivano dal centrodestra.

Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Forza Italia, rende pubblico il suo pensiero postandolo su Facebook. «A Casalecchio – si legge sul profilo di Bignami – il Pd non vuole che si apponga la croce simbolo di cristianità, nel cimitero perché offenderebbe le minoranze religiose e culturali. Io dico che questi sono malati. Sono dei frustrati – incalza l’azzurro – privi di identità che vogliono distruggere la nostra cultura millenaria nella loro logica criptocomunista. Una logica folle e spregiudicata con cui si vogliono rimuovere le radici della nostra Patria».

Critiche aspre arrivano anche da Lucia Borgonzoni, consigliere comunale della Lega Nord a Bologna e candidata sindaco: «Quanto è successo a Casalecchio è davvero allucinante. Il Pd è al limite della ragione ed è l’ennesima prova di come si stia piegando ogni volta di più all’Islam. E lo fa anche quando questo non gli viene chiesto».

Davide Nanni di Fratelli d’Italia si è recato nei pressi del cimitero di Casalecchio e ha piantato una croce in una aiuola. «Come al solito il Pd si confonde – afferma Nanni – il cimitero non è un «magazzino« di cadaveri e ossa ma è un luogo sacro; così come l’essere in uno stato laico non significa laicizzare lo stato eliminando i simboli religiosi».

Anche esponenti del Pd, come il consigliere comunale di Bologna Tommaso Petrella, condannano la delibera. «Viviamo in un mondo le cui tradizioni e la cui cultura fanno riferimento a un simbolo come la croce – racconta Petrella – che non si capisce perché non debba essere messa anche all’interno di un cimitero, visto che è un qualcosa di comune a tutti, in particolare agli italiani. Invito il consiglio comunale di Casalecchio a ripensarci».

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