Bologna, anarchico denunciato per graffiti al Pratello, Tar annulla il foglio di via

La Questura lo aveva allontanato dalla città per tre anni

Una delle scritte di stampo anarchico al Pratello (Schicchi)

Una delle scritte di stampo anarchico al Pratello (Schicchi)

Bologna, 15 agosto 2017 - Tre anni senza poter rimettere piede in città. Un foglio di via rimediato dopo essere stato sorpreso, con altri a inizio aprile, a imbrattare i muri del Pratello con scritte di stampo anarchico-insurrezionalista. Il provvedimento del Questore era arrivato a stretto giro, al termine degli accertamenti che avevano contemplato anche una perquisizione a casa di M . G. – queste le iniziali dell’antagonista –, ma che è stato recentemente annullato dal Tar dell’Emilia-Romagna. In sintesi, per i giudici amministrativi l’appartenere a movimenti politici noti alle forze di polizia non attribuisce automaticamente al soggetto la categoria di persona pericolosa per l’ordine pubblico, condizione necessaria per supportare il foglio di via.

La vicenda delle innumerevoli scritte al Pratello fu denunciata pubblicamente da alcuni residenti della zona, raccolti nel comitato Al Crusel. Il Comune rispose rimuovendo subito le scritte più ingiuriose. La polizia, invece, era già al lavoro dalla notte stessa per far luce sulle responsabilità, dopo che alcuni residenti avevano affermato di aver visto persone con il volto travisato imbrattare a colpi di spray i muri della via. Gli agenti erano così risaliti a M. G., trovato in possesso di una vernice spray nera e un coltello in ceramica con la lama da 10 centimetri. A casa, in cantina, fu trovata anche una tanica di benzina. Ne seguì la denuncia per deturpamento di cose altrui e porto abusivo di strumenti atti a offendere.

Per la Questura «l’ulteriore permanenza (dell’antagonista, ndr) costituisce pericolo per la sicurezza pubblica, attesa la sua abituale frequentazione e attuale convivenza con soggetti gravitanti nelle medesime aree di riferimento (centri sociali e/o anarchici) anche gravati da precedenti specifici di polizia o da misure analoghe», fatto ritenuto sufficiente per far scattare il foglio di via. Il destinatario, però, ha subito impugnato il provvedimento, trovando alla fine ragione (in primo grado). Per il Tar il nodo stava nell’assenza delle condizioni che caratterizzano un soggetto pericoloso socialmente: essere dediti a condotte criminali, vivere di proventi delittuosi, o avere comportamenti che minano la tranquillità pubblica. Un caso analogo, ricorda il Tar, fu vagliato l’anno scorso, con conclusioni applicabili anche alle scritte anarchiche. In primis, «sarebbe paradossale impedire a uno studente di poter circolare nella città dove si trova l’istituto», stabilisce il Tar riconoscendo che M. G. è iscritto dal 2008 all’Accademia delle Belle arti. Ma soprattutto «l’appartenere a movimenti politici che siano particolarmente attivi sul piano delle manifestazioni pubbliche o che siano noti alle forze di polizia perché alcuni dei loro componenti tendono a fomentare disordini se non a commettere reati non può automaticamente far attribuire alla persona la categoria di persona pericolosa per l’ordine pubblico».

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