"La città ha perso 600 parcheggi in 4 anni, troppi. E’ ora di cambiare”

L'assessore Priolo: “Bologna è arrabbiata: bisogna andare oltre i T-Days”. E sui tassisti: “Cercheremo un accordo partendo dalla lotta agli abusivi”

Accertatori Tper

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Bologna, 22 febbraio 2017 - Bologna “è una città un po’ arrabbiata, sul tema del traffico si è creato conflitto tra i diversi utenti della strada. Bisogna fare un lavoro di ricucitura per trovare un nuovo equilibrio e fare in modo che i problemi non affrontati vengano risolti”. Le parole di Irene Priolo, che ha raccolto il testimone di Andrea Colombo alla guida della Mobilità a palazzo D’Accursio, riassumono il concetto generale: dopo cinque anni in cui ci si è occupati molto di ciclopedonalità (“ma oggi non abbiamo un bike sharing all’altezza”), è tempo di occuparsi dell’esigenza di parcheggiare, per esempio. La sosta dei residenti ad esempio viene definito un “tema molto critico” dall’assessore.

“Nel corso dei quattro anni scorsi abbiamo perso 600 posti di sosta in città, un numero considerevole, in conseguenza a provvedimenti che sono stati presi. La pedonalità, come è stato fatto in altre città, si costruisce quando si sono create zone limitrofe o sotterranee di parcheggio. Il cittadino oggi è molto stressato perché quando torna a casa non sa dove parcheggiare il suo mezzo. Se non ci sono tutti gli ingredienti non si fa il bene della città ma nascono dei problemi”. Per questo oggi il Comune sta lavorando per allargare il parcheggio Staveco e per dotare la città di un vero servizio di car sharing. Quanto ai T-days, “non butteremo via questa esperienza, molto apprezzata in città, ma bisogna andare oltre i T-days”, sottolinea Priolo. Non subito però.

“In questo momento - ricorda l’assessore - i T-days sono sottoposti a controllo dell’accessibilità attraverso i new jersey, quindi fare entrare il trasporto pubblico è fisicamente impossibile”. Poi, “se si prende la decisione di fare entrare gli autobus a quel punto devono fare entrare anche tutti gli altri”. E questo è da risolvere sul futuro assetto dei weekend pedonali. Priolo conferma che pensa ad una “pedonalità più integrale” di parte del centro, ma non le strade interessate oggi dai T-days: “non si tradurranno mai in una pedonalità definitiva perché soprattutto Rizzoli e Ugo bassi sono assi portanti del trasporto pubblico”. Per quanto riguarda invece il tema caldo dei taxi tra il Comune e i tassisti c’è un duro braccio di ferro sugli aumenti delle tariffe.

A quanto ha spiegato l’assessore comunale alla Mobilità Irene Priolo, la richiesta di aumento è attorno al 12%. Con le tariffe “siamo fermi da più o meno dieci anni - concede Priolo - ma bisogna tenere in considerazione che la vita è cambiata, ci sono fasce di popolazione più fragili rispetto al passato e il servizio diventa importante per categorie in difficoltà come gli anziani”. Insomma, raggiungere un accordo con la categoria “non sarà facilissimo. “Ma sono convinta che sia necessario garantire il maggiore interesse pubblico e in questo momento l’adeguamento tariffario che mi viene richiesto è attorno 12%. Non è pochissimo, ma ci sono i margini per fare un buon lavoro”, dice Priolo. Del resto, l’assessore loda i tassisti bolognesi per la loro sfilata pacifica di martedì, una “mobilitazione molto civile e con la garanzia dei servizi minimi” molto differente da ciò che è andato in scena nella Capitale. “Hanno dimostrato un grado di civiltà che invece non ho riscontrato a Roma”, osserva Priolo.

La quale, comunque, spiega che pur senza Uber i problemi non mancano ai tassisti bolognesi. “A Bologna contro l’abusivismo stiamo facendo un lavoro attento, ma voglio sottolineare che non c’è solo il problema di Uber. Noi abbiamo problemi diffusi di abusivismo, abbiamo la presenza di moltissimi taxi abusivi legati all’esistenza di locali notturni. Questo è inaccettabile e la Polizia municipale sta facendo un lavoro di intelligence molto attenta e puntuale”. Ma combattere questo tipo di concorrenza ‘sleale’ non è facile, soprattutto perché la tecnologia rende questi tassisti difficili da rintracciare e identificare. Ma “è una battaglia giusta che va fatta anche come garanzia per l’utente, ad esempio in caso di incidente”. Non e’ l’unico fronte: secondo Priolo “dobbiamo intervenire anche sulla domanda in crescita”, cioè sul fatto che se questi servizi esistono significa che c’è una domanda al momento non coperta dai mezzi ‘regolari’.

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