Bologna, violenza in discoteca, condannato a 5 anni

Sentenza per un episodio del 2013 in un locale di via Calzoni. il pm Maria Gabriella Tavano aveva chiesto l’assoluzione

Ragazzi in discoteca

Ragazzi in discoteca

Bologna, 18 novembre 2017 – Il pm Gabriella Tavano aveva chiesto l’assoluzione, per insufficienza di prove. Ma il collegio, presieduto dal giudice Luisa Raimondi, ha invece condannato ieri mattina a 5 anni e sei mesi un  imbianchino trentatreenne di Sala Bolognese. L’uomo doveva rispondere di violenza sessuale ai danni di una ragazza all’epoca dei fatti diciottenne, aggressione che sarebbe avvenuta nel settembre del 2013, nella discoteca Magic di via Calzoni, in zona Fiera. Stando a quanto raccontato dalla vittima, che non si è però costituita parte civile nel processo, l'uomo le avrebbe offerto da bere da una bottiglietta, dove a suo dire l’uomo aveva versato qualche sostanza con l’obiettivo di stordirla, e poi l’avrebbe costretta a un rapporto orale, in uno sgabuzzino del locale.

La diciottenne aveva anche detto di essere stata rapinata dall’imbianchino, arrestato subito dopo i fatti dai carabinieri, chiamati da un amico col quale si era confidata. Il trentatreenne, finito alla Dozza, era stato però scarcerato dopo ventidue giorni di reclusione dal tribunale del Riesame, perché gli indizi di colpevolezza a suo carico non erano stati ritenuti tanto gravi da richiedere l’applicazione di una misura cautelare.

L’artigiano, assistito dall’avvocato Settimio Biondi, si era difeso raccontando una versione ben diversa dei fatti, negando di aver fatto bere alcunché alla diciottenne, conosciuta quella sera nel locale, e parlando di un rapporto consenziente, consumato in uno spazio angusto e riparato soltanto da una tendina.

«Voglio leggere le motivazioni che dovranno essere depositate entro 90 giorni, per poi presentare ricorso in appello – ha commentato l’avvocato Biondi –. Le sentenze non si discutono, ma il fatto che lo stesso pm avesse chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove la dice lunga sugli indizi trovati a carico del mio cliente. Le stesse perizie disposte dal pubblico ministero, tra cui l’esame tossicologico, avevano prodotto un esito favorevole per l’imputato. Ma i giudici del collegio si sono espressi con una condanna pesante che fatichiamo a capire, emessa tra l’altro un mese dopo le discussioni».

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