IL CLUB dei due mondi e delle Due Torri non è l’unico, ma è sicuramente unico per il modo di lavorare. Il club dei due mondi e delle Due Torri unisce il senso degli affari degli italiani trapiantati in Nord America a quello tecnico di chi in Italia fa calcio da oltre un secolo. Il club dei due mondi è quello di casa Saputo: Bologna qui, Montreal Impact dall’altra parte dell’Oceano. Nomi diversi, calcio e soccer, per lo stesso sport, interpretato in modi differenti che però andranno gradualmente ad uniformarsi sempre di più, fondendo la modernità con la tradizione. E per una volta, anche se ci costa ammetterlo, noi italiani abbiamo l’occasione per fare un salto culturale in avanti. A patto di avere l’umiltà di saper imparare da chi forse è meno forte sul campo, ma in ufficio ci batte dieci a zero. A MONTREAL, lo stadio degli Impact si chiama Saputo. Tutto il club è stato fatto a misura dell’uomo che poi sarebbe diventato il patron del Bologna. E siccome anche in Canada lo sport di vertice è uno spettacolo che non si consuma soltanto nel tempo ristretto della partita, dal punto di vista manageriale il club nordamericano ha già adesso molto da insegnare. Non a caso una delle prime spedizioni-corsi di aggiornamento in Canada che la proprietà ha voluto organizzare, una volta sistemate le priorità tecniche, è stata rivolta a chi si deve occupare del marketing e della comunicazione in rossoblù. Il risultato si è visto subito, in termini concreti, nell’attenzione ai nuovi media e alla produzione di contenuti, dal film a puntate sulla vita di Joey Saputo all’uso dei social network come canale di informazione costante. Intanto Luca Saputo, il maggiore dei figli di Joey, si fermava a Bologna per studiare la vita del club per quattro mesi. Se c’è una cosa che il magnate italo-canadese ha messo subito in pratica, una volta completata l’acquisizione del club, è lo scambio costante di informazioni e conoscenza. Dopo gli uomini delle comunicazione, a studiare il mondo degli Impact sono già andati, a turno, i responsabili del vivaio rossoblù con squadra giovanile al seguito e, soprattutto, lo stesso Roberto Donadoni con il suo staff a fine stagione, anche se il mister già conosceva l’America, avendo giocando a New York con i Metrostars nella Major League Soccer. NON E’ IL SOLO, Saputo, ad avere più di un club in nazioni diverse: la famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese, controlla anche il Watford in Inghilterra e ha appena ceduto il Granada a un gruppo cinese. Lo sceicco Mansour ha il Manchester City ed è comproprietario dei New York City FC, degli australiani Melbourne Heart e ha il 20% dei giapponesi Yokohama. La Red Bull è padrona delle squadre di New York, Salisburgo, Campinas e Lipsia. Atletico Madrid e Fiorentina hanno partnership con le squadre indiane del Kolkata e del Pune. La differenza vera è che nel club dei due mondi, i mondi se la giocano alla pari: non esistono gerarchie da dare per scontate. E agli italiani può fare solo bene.
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