Immigrati, 10 giorni per trasferirli dall'ex Cie

Verranno assegnati ai comuni in base al numero di abitanti. Al distretto di Imola dovrebbero andarne 70. Sarà esclusa Casalecchio

L'arrivo dei profughi all'ex Cie di via Mattei (foto Schicchi)

L'arrivo dei profughi all'ex Cie di via Mattei (foto Schicchi)

Bologna, 29 luglio 2014 - Dieci giorni per trasferire i 200 migranti accolti nell'ex Cie in nuove strutture sparse nella provincia. Dopo gli arrivi dei giorni scorsi che hanno reso necessaria la riapertura del Centro di via Mattei, il Comune di Bologna e' al lavoro per ridurre i tempi di permanenza dei migranti in quello che deve diventare un 'hub', un centro di prima accoglienza e smistamento per i migranti.

Tanto piu' che Comune e Prefettura hanno notizia di nuovi arrivi in citta' gia' dalle prossime ore, e l'unico luogo in citta' dove accogliere i nuovi arrivati e' proprio l'ex Cie fuori San Vitale. Oggi nella sede della Provincia di Bologna in via Zamboni, si e' tenuto un vertice presenti la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, l'assessore al Welfare comunale Amelia Frascaroli e alcuni sindaci dei comuni referenti per i vari distretti. Viene da quest'incontro la decisione di assegnare ad ogni comune un gruppo di migranti in relazione al numero di abitanti: nel distretto di Imola, ad esempio, ne dovrebbero toccare 70. Gli altri 130 verranno suddivisi tra gli altri comuni della provincia ad esclusione del distretto di Casalecchio di Reno, al quale non e' stato chiesto alcun impegno nell'immediato poiche' ospita gia' 72 migranti a Villa Angeli, a Sasso Marconi. Dieci, quindici giorni, e' il tempo necessario per organizzare gli spostamenti verso nuove strutture. Ma non un giorno di piu'. Il modello da seguire e' quello del piano nazionale siglato nei giorni scorsi alla conferenza Stato-Regioni.

"Vogliamo essere i primi a mettere in atto il piano nazionale- spiega l'assessore Amelia Frascaroli- quello di via Mattei deve diventare un centro di prima accoglienza con tempi rapidissimi per la rotazione delle persone. Dall'arrivo dei migranti non deve passare piu' di un mese per effettuare i controlli sanitari e raccogliere le richieste per i rilascio dei documenti, successivamente le persone devono essere trasferire in centri di seconda accoglienza... E per questo stiamo lavorando". Il piano nazionale prevede infatti tre fasi: la raccolta in mare o al momento dello sbarco da parte delle strutture dello Stato; lo smistamento entro 48 ore in centri regionali; l'accoglienza e l'integrazione nei Comuni grazie alla rete Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Nessun sindaco della provincia di Bologna si e' tirato indietro dal compito di cercare le strutture piu' adatte. Impresa non facile dato che sembra che la gran parte degli spazi disponibili hanno bisogno di lavori di ristrutturazione che i singoli comuni non possono affrontare economicamente. Una soluzione pero', secondo l'assessore Amelia Frascaroli, e' necessaria: intanto il 5 agosto e' gia' in cantiere l'incontro in Regione tra tutti i sindaci capoluogo per coordinare tra loro le iniziative e trovare alternative valide.

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