GILBERTO DONDI
Cronaca

Marocchino espulso, la moglie lo difende

L'uomo cacciato dall'Italia per propaganda web a favore dell’Isis, la coppia viveva insieme in zona Corticella

Digos (foto di archivio)

Digos (foto di archivio)

Bologna, 22 dicembre 2015 - «Mio marito non era una persona cattiva, non era un fanatico o un terrorista». Chiara è la giovane moglie bolognese di Abdellali Tahir, il marocchino espulso. Lunedì mattina un treno le è passato sopra in corsa. Chiusa nella sua casa di via delle Fonti, zona Corticella, ora parla del marito al passato, convinta che non lo rivedrà più. Ha la voce rotta, stravolta. E’ sola in casa (la coppia non ha figli), c’è solo il cane a farle compagnia. Lei vive al primo piano di una palazzina marrone, in questa zona di estrema periferia in cui abitano soprattutto stranieri. Accetta di parlare solo per spiegare chi è, per lei, Abdellali Tahir: «Non è un mostro. E’ una persona splendida. Ne soffrirò tantissimo. Avevo deciso di stare con lui a vita e ora me l’hanno portato via così, per delle accuse che non mi hanno nemmeno spiegato».

L’accusano di terrorismo.

«Era solo una persona che si informava di questa faccenda, ma non aveva mai detto o minacciato di voler fare niente. Infatti hanno perquisito la nostra casa e non hanno trovato armi».

Si informava sull’Isis?

«Certo. Come anch’io mi sono informata per tutta la situazione, come ci si può informare sulla Seconda guerra mondiale. Lui si informava come me, come tutti».

Parlavate in casa dell’Isis?

«Assolutamente. Ne parlavamo spesso. Come si parla di una questione così importante e attuale. Abbiamo parlato spesso anche degli attacchi di Parigi. Ma lui non ha mai fatto minacce».

Suo marito è un islamico praticante?

«Sì, ma non è certo un integralista. Andava in moschea una o due volte al mese. Non pregava molto, solo ogni tanto. Non è un fanatico, infatti beve alcol e fuma. E non gli interessava come andavo in giro vestita (ieri in casa era in jeans e felpa, senza velo; ndr)».

Lei di che fede è?

«Io ero e sono rimasta cristiana. Non gli interessava la mia religione, non ha tentato di convertirmi. Ci siamo sposati un anno e mezzo fa, con matrimonio misto in Comune. Ci eravamo conosciuti quattro anni fa tramite amici comuni, la nostra era una vita normalissima».

E le accuse della polizia?

«Mi hanno detto che sul mio computer arrivavano delle cose, dei filmati, sull’Isis. Video come li può guardare una persona perché sono usciti sul web e li guardano tutti, come può essere la canzione del momento. Era un modo per essere informato, non voleva fare attentati».

Che notizie ha di suo marito?

«Nessuna. Non lo vedo da lunedì mattina. L’avvocato non so chi sia, i parenti in Marocco non mi rispondono. Sono angosciata, stavamo insieme tutti i giorni e ora non lo vedo più. Mi è crollato il mondo addosso».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro