Il sindaco Merola contro il vescovo: sui gay Caffarra fa il gioco di Salvini

Sui diritti omosessuali il cardinale aveva detto: “L’Europa sta morendo” poiché “non c’è stata civiltà che sia sopravvissuta alla nobilitazione dell’omosessualità”

Virginio Merola, sindaco di Bologna (Ansa)

Virginio Merola, sindaco di Bologna (Ansa)

Bologna, 20 giugno 2015 - E’ scontro tra il sindaco di Bologna e l’arcivescovo del capoluogo emiliano, cardinale Carlo Caffarra, sul terreno del riconoscimento dei diritti gay. Il prelato, in un’intervista alla rivista ‘Tempi’, ha commentato così l’approvazione da parte del Parlamento europeo, nelle scorse settimane, di un rapporto in cui si parla esplicitamente dell’esistenza di “famiglie gay”: l’Europa “sta morendo”, sostiene Caffarra, poiché “non c’è stata civiltà che sia sopravvissuta alla nobilitazione dell’omosessualità”.

Quella sul terreno dei diritti degli omosessuali è una delle campagne su cui il primo cittadino Virginio Merola si è speso di più durante il mandato e stamattina, trovandosi tra “gli amici” del Cassero, lo storico circolo Arcigay bolognese, il sindaco del Pd coglie l’occasione per commentare le dichiarazioni di Caffarra con parole affilate, tanto da accostare il nome del cardinale al leader della Lega nord, Matteo Salvini. “Oggi ho letto - afferma Merola aprendo i lavori di un’iniziativa dedicata al tema dei rifugiati - che abbiamo capito dove nascono tutti i problemi, che la decadenza del mondo occidentale nasce con il riconoscimento dei diritti degli omosessuali”. Quantomeno, “forse allora Salvini ha trovato una via più breve per prendersela con qualcuno e ci lascia in pace sui profughi”, aggiunge il sindaco: concetto espresso “non con ironia ma con un po’ di sconcerto”, precisa Merola.

Poco dopo, lasciando il Cassero, il primo cittadino ribadisce di non aver affatto apprezzato l’uscita dell’arcivescovo: “Mi pare un po’ forte dire che l’Europa entra in crisi perché c’è il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Francamente mi pare che abbiamo molti altri problemi oggi e se magari riconoscessimo i diritti degli omosessuali, qualche passettino in avanti lo faremmo”.

Aggiunge Merola: “Mi pare che ci siano delle dichiarazioni non troppo meditate e soprattutto fuori dal contesto in cui stiamo vivendo, che non e’ un contesto in cui e’ necessario additare qualcuno come la causa di tutti i mali”. Alle parole di Merola fanno eco quelle dell’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli, che partecipa allo stesso dibattito e dichiara di aver letto “con sorpresa” le dichiarazioni di Caffarra. Di fronte a chi afferma che l’Europa “sta decadendo e fallendo” a partire dal riconoscimento dei diritti degli omosessuali, “il fatto che noi siamo qui stamattina è significativo esattamente del contrario”, commenta Frascaroli, cattolica ed ex dirigente della Caritas diocesana: “Se abbiamo un minimo di prospettiva” è proprio perché esistono “mondi resistenti che per fortuna ci riportano ancora a valori di fondo”.

Intanto, si affida al distacco dell'ironia su Facebook Vincenzo Branà, presidente dello storico circolo Arcigay 'Il Casserò di Bologna, che oggi ha accolto le bacchettate del sindaco Virginio Merola al cardinale arcivescovo Carlo Caffarra, nell'incontro organizzato per la Giornata del rifugiato, che l'associazione celebra aderendo anche alla manifestazione del Colosseo a Roma: «Io davvero non vi seguo: ma Caffarra chi?». «Oggi è la Giornata del rifugiato», ricorda Branà in un post successivo che invita indirettamente a ignorare il cattolico Family Day che, sempre a Roma oggi, attacca il ddl Cirinnà sulle unioni civili. I problemi posti dai migranti sono «un tema attuale, urgente, che ci riguarda tutti - prosegue il presidente del Cassero -. Chi scende in piazza per parlare d'altro dimostra di vivere su un altro pianeta e su quel pianeta proporrei di lasciarli da soli. Quindi se abbiamo cose da dire oggi diciamole a sostegno di chi cerca rifugio. Altrimenti - conclude Branà tornando all'ironia - possiamo sempre parlare del meteo». 

Più articolato il pensiero del consigliere comunale renziano Benedetto Zacchiroli (Pd), cattolico e laureato in Teologia. "Il primo pensiero è quello di tacere, perché l'impressione - scrive Zacchiroli su Facebook - è quella di trovarsi di fronte a parole di una persona persa tra i suoi fantasmi". Poi, però, il consigliere democratico entra nel merito e riprendendo le frasi di Caffarra (gli unici due popoli che hanno resistito lungo millenni "sono stati quei due popoli che soli hanno condannato l'omosessualità: il popolo ebreo e il cristianesimo. Dove sono oggi gli assiri? Dove sono oggi i babilonesi"), commenta: al Cardinale "ricorderei che l'impero romano è sparito pur avendo abbracciato il cristianesimo. E così anche l'osannato regime di Franco è crollato". Poi, sempre richiamandosi alle parole di Caffarra: "L'Europa muore se nobilita l'omosessualità. Mi hai convinto vescovo! E io che pensavo stesse morendo sotto troppi meccanismi crudamente economici, politica debole e perdita di senso dell'accoglienza nei confronti di chi scappa da guerre, povertà e persecuzioni! Ero proprio uno stupido, per fortuna mi hai aperto gli occhi in tempo: quando si parte per la crociata? Vado a comprare il cavallo".

Un altro renziano, Marco Lombardo, leader della minoranza interna al Pd di Bologna, sempre sul social network scrive: "Caro Cardinale Caffarra, vorrei ricordarle che il motto dell'Unione europea è #unitinelladiversità. L'Europa 'sta morendo' perché non c'è la solidarietà tra gli Stati membri, tra i popoli europei e tra gli essere umani. Il resto non c'entra nulla. Se davvero vogliamo far sopravvivere la civiltà europea proviamo a nobilitare il genere umano in tutte le sue espressioni". Passando a Sel, la capogruppo a Palazzo D'Accursio, Cathy La Torre, afferma che "il problema non sono i 'deliri' di Caffarra sull'omosessualità. Il problema è la visibilità che gli si dà". Che l'arcivescovo "dica quello che pensa in Chiesa, anche se non ne condivido neppure una parola, mi pare legittimo, ma che il suo venga riportato come 'autorevole' pensiero, o semplicemente ripreso dai giornali, mi pare la più grossa assurdità che si possa commettere". (Fonte Dire)

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