Blitz dei Nas in una ditta tessile, sequestro e denunce

Sopralluogo dei militari in un laboratorio tessile cinese della Valsamoggia Sigilli al capannone dove i dipendenti lavoravano, mangiavano e dormivano

Militari del nas in azione

Militari del nas in azione

Valsamoggia, 27 maggio 2016 - Lavoravano, mangiavano e dormivano nel capannone industriale, in condizioni igieniche che definire precarie è un lusso. Dieci dipendenti cinesi di un opificio tessile della Valsamoggia sono stati ‘salvati’ dai carabinieri del Nas che, nel corso di una specifica attività di controllo, hanno posto sotto sequestro il capanno industriale, dal valore di 500mila euro, e denunciato la titolare, una cinese di 44 anni.

I militari del Nas, che hanno effettuato il sopralluogo assieme ai colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro, si sono trovati di fronte una situazione di estremo degrado. Nei locali adibiti a laboratorio tessile, dove gli operai (tutti con regolare permesso di soggiorno) lavoravano a ciclo praticamente continuo, era stata improvvisata una cucina, con tanto di frigo e freezer dove sono stati trovati generi alimentari in cattivo stato di conservazione e di dubbia provenienza. Non solo. Nello spazio che usavano come ‘mensa’, abitava anche una comunità di scarafaggi, che si ingrassava mangiando gli avanzi e gli schizzi di olio e grasso. L’intonaco delle pareti era staccato, quello del soffitto reso nero dai fumi di cottura. I fornelli erano infine collegati in maniera anomala a un condotto del gas. Inutile sottolineare la totale assenza di autorizzazioni per il consumo di vivande.

E la situazione non era certo migliore nei bagni o nelle stanze utilizzate come dormitorio. Sanitari sporchi e rotti, rubinetti che perdevano acqua, vicino ad allacci elettrici improvvisati, realizzati con cavi non a norma, fili scoperti e prese danneggiate. Ovviamente, di impianti anti-incendio, nemmeno l’ombra. Insomma, una bomba pronta a esplodere, dove i dipendenti lavoravano senza mai vedere la luce naturale, perché le finestre erano state oscurate con teli di plastica scuri, così che quello che avveniva all’interno della fabbrica-lager non potesse essere notato dall’esterno.

L’escamotage, unito al fatto che gli operai non lasciavano quasi mai il luogo di lavoro, non è però servito alla quarantaquattrenne per farla franca. La donna è stata denunciata per omessa attuazione delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in base al decreto legislativo 81/2008.

Le indagini dei carabinieri non si concludono comunque così: resta da verificare, infatti, se i lavoratori godessero di regolari contratti o fossero assunti in nero. Il blitz nella ditta tessile della Valsamoggia si inserisce in una serie di controlli avviati dai Nas tra opifici di Bologna e provincia nell’ultimo periodo, al fine di verificare l’applicazione delle norme sul lavoro.

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