Guazzaloca: "E' una politica spettacolo. Morandi vincerebbe..."

Il punto dell'ex sindaco di Bologna dal 1999 al 2009 (l'unico non di sinistra dal Dopoguerra) sulla campagna elettorale: "Merola? Evanescente. Ma può vincere al primo turno. Il suo successo però deve essere vidimato nei prossimi cinque anni"

Giorgio Guazzaloca

Giorgio Guazzaloca

Bologna, 4 giugno 2016 - No. Questa campagna elettorale proprio non l’ha entusiasmato: “Siamo al piccolo cabotaggio, al cicaleccio”. Contenuti, zero. Giorgio Guazzaloca – sindaco dal 1999 al 2004, l’unico non di sinistra del dopoguerra – allarga le braccia: “La politica spettacolo è a un punto tale che, se Gianni Morandi si candidasse sindaco, vincerebbe a mani basse. Ma nessun altro potrebbe andare all’Arena di Verona a cantare al posto suo”.

Una metafora per dire...?

“Che la crisi della politica ha fatto sì che vengano banalizzati ruolo e funzione di uno dei mestieri più difficili: il sindaco”.

Perché banalizzato?

“Nessuno pretende di insegnare a un chirurgo o a un ingegnere. Ma tutti credono di essere capaci di fare il sindaco. Non è così”.

Un giudizio sulla campagna elettorale.

“La povertà di idee e di proposte la dice lunga sulla modestia della nostra classe dirigente. Questo però vale anche per le altre città. A Bologna le potenzialità ci sarebbero, ma rimangono nascoste e non si spendono per la politica. Ma per rilanciare Bologna servirebbe qualità. Se no finiremo per diventare una delle tante medie città che piano piano si afflosciano”.

Qualche idea, in giro, c’è.

“A chi le propone bisognerebbe però chiedere anche come, in quanto tempo e con che soldi intende realizzarle. Ma la sensazione è che tutti parlino di cose che non sanno. Posso citare il cardinal Biffi?”.

Prego.

“Diceva: parlano quelli che dovrebbero tacere e tacciono quelli che dovrebbero parlare”.

È sempre stato così?

“No. Cofferati è stato lo spartiacque fra una Bologna propositiva e una città stanca e demotivata”.

Domani andrà a votare?

“Non andrò. Non sono in buone condizioni fisiche”.

Vuole tentare un pronostico?

“Vincerà Merola”.

Perché tanta sicurezza?

“Perché quella dell’ex Pci è pur sempre una struttura che aiuta. Gli altri non hanno né mezzi né risorse”.

Primo turno o ballottaggio?

“Può anche darsi che vinca al primo turno. Ma il suo successo dovrà essere vidimato nei prossimi cinque anni. Anche se potrebbe non finire il secondo mandato: potrebbe essere destinato ad altro incarico, così nessuno potrà fare un bilancio oggettivo dei suoi mandati”.

Un giudizio su questi cinque anni di Merola?

“La sua sostanziale evanescenza, paradossalmente è diventata la sua forza”.

Fra i problemi della città, qual è il primo?

“La mobilità, un problema da cui ne derivano tanti altri. È ormai chiaro che non servono pannicelli caldi, due righe dipinte in terra”.

Qual è la sua idea?

“Bologna è una delle poche città che ha, all’interno del perimetro storico, l’aeroporto, la stazione, la fiera, l’università, un ospedale, la cittadella giudiziaria. L’80% del traffico viene da qui. Se non c’è un indirizzo per la ricerca di soluzioni strutturali, parliamo di nulla”.

Un altro punto critico?

“La manutenzione della città. Tutti ne parlano, ma al momento di destinare risorse, non se ne stanziano a sufficienza”.

Qualche nota positiva?

“Dopo anni di stallo, c’è qualcosa di nuovo: il vescovo, il rettore: belle novità, giovani. E fuori dalle stanze della Bologna più opaca. E sono in arrivo il nuovo Procuratore capo, il presidente del Tribunale. Si può sperare in un rinnovamento di cui Bologna ha bisogno”.

Un augurio per la città?

“Forza Bologna. Compreso il Bologna calcio, di matrice canadese”.

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