Sanità, dovere civile ridurre le liste d’attesa

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 24 ottobre 2014 - Ho letto recentemente un vostro articolo sulle liste di attesa per le visite specialistiche e gradirei una risposta ad una domanda vecchia che in molti si pongono. Come mai se si va a pagamento il posto c’e? Dovevo subire un intervento di ortopedia in Romagna: mi dissero che pagando 3-4mila euro, l’intervento me lo avrebbero fatto subito.

paolabici@gmail.com

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Le liste si attesa negli ospedali pubblici o in quelli convenzionati hanno un binario diverso dagli interventi a pagamento. Non è questo il problema se tutto avviene alla luce del sole e secondo criteri codificati. E’ ovvio che se uno si rivolge direttamente ad una struttura privata i numeri sono diversi. Certo, il medico curante moralmente e professionalmente non può usare toni da estorsione. Il tema vero è che in un paese civile non devono esistere liste di attesa che arrivano fino ad un anno. Un metodo per attenuare questo disagio, spesso doloroso, ai cittadini le singole aziende sanitarie pubbliche devono trovarlo e la politica ha il dovere di fornire i meccanismi idonei. Vorremmo che il tema delle liste di attesa fosse messo sul tavolo con più vigore nel dibattito sulla riorganizzazione della sanità.

beppe.boni@ilcarlino.net

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