Allarme maniaco. "Alcune bambine seguite fino a casa"

I genitori delle Pepoli preoccupati: "Le accompagniamo ogni giorno"

Le alunne non vanno più a scuola da sole

Le alunne non vanno più a scuola da sole

Bologna, 23 ottobre 2015 - «In classe le insegnanti hanno spiegato alle ragazzine cos’è successo, chiedendo loro di fare attenzione e cercare di non rimanere sole nella strada verso la scuola». Le mamme della media Pepoli di largo Lercaro sono visibilmente preoccupate. Quando suona la campanella delle 13, sono tutte fuori dalla scuola, assieme a nonni e papà, ad attendere i loro figli. La maggior parte di loro, da quando alcune alunne della scuola sono state aggredite e palpeggiate (alla polizia sono stati denunciati cinque episodi), hanno ripreso ad accompagnare ogni giorno a scuola le loro figlie, compatibilmente con i loro orari. Anche quelli che abitano a pochi metri dall’istituto comprensivo 21.

«Da due o tre settimane siamo in allerta – racconta Cristina, mamma di una studentessa –. Il problema è che, a quel che ci risulta, alcuni episodi si sono verificati anche quando le bambine erano in gruppo. Io accompagno mia figlia fino all’entrata e poi la torno a riprendere. Ma non tutti hanno questa possibilità. Le insegnanti hanno inviato una mail alle famiglie perché si attrezzassero, ma il problema è che qui si svolgono anche tante attività pomeridiane e non è detto che il maniaco agisca solo la mattina presto, anche se le aggressioni di cui sappiamo si sono verificate solo prima delle 8».

«Io ho una bambina che frequenta la terza media – spiega Giuseppe Loreti – e sono molto preoccupato perché la mattina non posso accompagnarla. Per fortuna con lei c’è il fratello più piccolo... A giugno scorso si era parlato del primo episodio, ma il fenomeno si è intensificato nelle ultime settimane. Addirittura alcune bambine sarebbero state seguite mentre andavano a casa». Renato Murone è nonno di un’alunna delle Pepoli: «Per lei sono tranquillo, perché l’accompagno la mattina e la torno a prendere all’una – dice –. Però per le altre...». E la stessa tensione si percepisce nelle parole di Francesca Cupini: «Mia figlia ha saputo del molestatore dalle amiche. Le bambine parlano tra loro, poi anche la scuola ci ha informato. Non sappiamo come fare, speriamo solo che la polizia lo prenda. Cinque sono le aggressioni denunciate, ma chissà... Non è detto che tutte le bambine abbiano parlato coi genitori». A indagare sulla vicenda sono gli agenti del commissariato Bolognina-Pontevecchio, che stanno cercando di dare un volto e un nome al molestatore di bambine, anche acquisendo le immagini delle videocamere presenti nella zona.

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