Bologna, Saputo-Tacopina: ecco le accuse

A New York gli avvocati dei due soci si sono dati battaglia in tribunale senza esclusione di colpi IL COMMENTO Complicarsi la vita: storia già vista di Stefano Biondi

Tacopina e Saputo (Schicchi)

Tacopina e Saputo (Schicchi)

Bologna, 18 settembre 2015 - Gli avvocati hanno fatto le prime prove di divorzio mercoledì in tribunale a New York. Un tentativo reciproco di sondare il terreno per capire le reali intenzioni di Joe & Joey (non più uniti nella gioia e nel dolore, bensì separatissimi), seguendo le indicazioni del giudice americano che il 10 settembre si è chiamato fuori dalla contesa.  

«Troppi fatti sono accaduti da quando ha avuto inizio la vicenda», ha scolpito Jeffrey Oing. Della serie: provate prima voi a trovare un’intesa, in caso contrario chi abbia ragione o torto lo stabilirà un tribunale. Per sapere chi ha ragione e chi ha torto occorrerebbe conoscere nel dettaglio gli accordi messi nero su bianco da Saputo e Tacopina quando, nei giorni a cavallo tra novembre e dicembre, nella Grande Mela prendeva forma il nuovo Bologna. 

Non serve invece esseri esperti di diritto societario per afferrare che, più che una battaglia di codicilli, quella tra Saputo e Tacopina adesso è una battaglia del grano. Joe chiede a Joey 5 milioni di risarcimento danni per levare il disturbo.

Saputo trova però la cifra decisamente esosa se considera che ad ottobre gli fu chiesto di partecipare, al 25 per cento, all’acquisto di un club che ‘valeva’ 12,5 milioni, da allora vi ha immesso una quarantina di milioni per sanare i bilanci e oggi dovrebbe pure pagare una ‘commissione’ a chi l’ha tirato dentro nell’affare Irritazione comprensibile quella del chairman. Così com’è chiaro che un ‘avvocato d’affari’ come Tacopina non possa accettare a cuor leggero di levare le tende da Bologna, «dove ho speso denaro e tanta parte del mio tempo» rimarca sempre Joe, senza ricavarne un piccolo tesoretto. Tacopina (che curiosamente nei verbali della Suprema Corte di New York compare con la ‘o’ finale: Tacopino) ha presentato un conto da 5 milioni di dollari, Saputo sembra disposto a versargliene 2. La parola chiave è conciliazione, che si può trovare attorno ai 2,5-3 milioni di dollari.      Nel silenzio reciproco (Saputo è a Montreal e piomberà qui la prossima settimana, Tacopina è uccel di bosco da un paio di giorni, ma fonti attendibili lo segnalano ancora nei paraggi delle Due Torri) si va verso il divorzio. Con i tempi, per fortuna non biblici, della giustizia a stelle e strisce. «E’ una vicenda che non inciderà sulla gestione del club», vanno ripetendo da giorni a Casteldebole. Potrebbe però incidere sul futuro prossimo di Tacopina. A Venezia aspettano da settimane di presentare la nuova proprietà americana che ha rilevato la locale squadra di calcio. Taco in versione Doge che sfila in gondoleta sul Canal Grande forse non è solo il miraggio di una notte di fine estate.

 

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